Decine di bambini soldato sono stati uccisi in Siria nel 2015. Lo rivela L’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione non governativa con sede nel Regno Unito.
Cinquantadue bambini sotto i sedici anni di età sono morti in esplosioni, scontri a fuoco e raid aerei in Siria nel 2015. Solo a luglio il bilancio è di trentuno vittime. Tutti facevano parte del gruppo Stato islamico. L’Osservatorio dichiara inoltre di avere raccolto notizie che riguardano la morte di decine di altri bambini soldato, ma di non essere riuscito a raccogliere informazioni sufficienti per confermarle.
I bambini soldato sono usati per sorvegliare i checkpoint e raccogliere informazioni nelle zone fuori dal controllo dei jihadisti. Ma lo Stato islamico starebbe impiegando un numero sempre maggiore di bambini soldato per uccidere i prigionieri e per condurre attacchi suicidi. Dall’inizio del 2015 otto bambini sono morti in attacchi suicidi contro le milizie curde nel nordest della Siria. Secondo quanto dichiarato dal presidente dell’Osservatorio, Rami Abdel Rahman, lo Stato islamico “sta sfruttando la sofferenza del popolo siriano”. Rahman spiega inoltre che il fatto che un bambino accetti di diventare un attentatore è prova del “lavaggio del cervello” a cui i militanti lo hanno sottoposto. Oltre mille bambini sono stati arruolati dallo Stato islamico dall’inizio del 2015.
Il problema dei bambini soldato non riguarda però soltanto lo Stato islamico. L’organizzazione internazionale Human Rights Watch denuncia infatti l‘arruolamento di bambini soldato anche da parte dei combattenti curdi nel nordest della Siria. Secondo l’organizzazione, dal 2014 gli arruolamenti di minori anni da parte delle Unità di protezione popolare curde sarebbero diminuiti, ma il problema rimane. “Le Unità di protezione popolare avevano promesso che avrebbero smesso di mandare bambini in guerra e dovrebbero mantenere fede al loro impegno”, ha dichiarato Fred Abrahams consigliere speciale di Human Rights Watch.
I bambini soldato sono usati per sorvegliare i checkpoint e raccogliere informazioni nelle zone fuori dal controllo dei jihadisti. Ma lo Stato islamico starebbe impiegando un numero sempre maggiore di bambini soldato per uccidere i prigionieri e per condurre attacchi suicidi. Dall’inizio del 2015 otto bambini sono morti in attacchi suicidi contro le milizie curde nel nordest della Siria. Secondo quanto dichiarato dal presidente dell’Osservatorio, Rami Abdel Rahman, lo Stato islamico “sta sfruttando la sofferenza del popolo siriano”. Rahman spiega inoltre che il fatto che un bambino accetti di diventare un attentatore è prova del “lavaggio del cervello” a cui i militanti lo hanno sottoposto. Oltre mille bambini sono stati arruolati dallo Stato islamico dall’inizio del 2015.
Il problema dei bambini soldato non riguarda però soltanto lo Stato islamico. L’organizzazione internazionale Human Rights Watch denuncia infatti l‘arruolamento di bambini soldato anche da parte dei combattenti curdi nel nordest della Siria. Secondo l’organizzazione, dal 2014 gli arruolamenti di minori anni da parte delle Unità di protezione popolare curde sarebbero diminuiti, ma il problema rimane. “Le Unità di protezione popolare avevano promesso che avrebbero smesso di mandare bambini in guerra e dovrebbero mantenere fede al loro impegno”, ha dichiarato Fred Abrahams consigliere speciale di Human Rights Watch.
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