Human Rights Watch denuncia anche le migliaia di arresti tra i Fratelli Musulmani. Il governo: «Se qualcuno ha le prove, faccia un esposto legale”
Migliaia di arresti e in almeno 90 casi si tratta di persone scomparse nel nulla: è Human Rights Watch a puntare l’indice contro l’Egitto di Abdel Fattah Al-Sisi, chiedendo di «far sapere immediatamente» la sorte dei «desaparecidos». «Le forze di sicurezza egiziana hanno fatto sparire decine di persone, devono dire dove si trovano e punire i responsabili di tali azioni» afferma l’organizzazione umanitaria, secondo la quale «gli arrestati devono essere portati davanti a un giudice e processati per un reato specifico oppure liberati subito».
La vicenda evoca quanto avvenuto in Argentina con i desaparecidos durante la dittatura dei generali e Human Rights Watch precisa che «far sparire le persone usando la forza è una seria violazione dei diritti umani, un crimine contro l’umanità» come spiega Joe Stork, vice direttore per il Medio Oriente. In particolare, secondo uno studio del Consiglio nazionale per i diritti umani in Egitto la maggioranza degli episodi di «scomparse forzate» sono avvenuti fra aprile e maggio 2015 anche se, in alcuni casi, risalgono al 2013 quando il presidente era Mahmud Morsi. Si tratterebbe di almeno 90 casi.
Il ministero degli Interni del Cairo nega tali accuse, affermando che «non usiamo tali metodi e se qualcuno ha delle prove deve presentare un esposto legale». Ezzat Ghoneim, avvocato di un gruppo indipendente che documenta le violazioni di legge avvenute ai danni dei Fratelli Musulmani, afferma di aver presentato «quattro denunce circostanziate di scomparsa in marzo senza aver ricevuto alcuna replica». Da quando Al-Sisi guida il Paese, dopo il rovesciamento di Morsi nel luglio 2013, gli arresti avvenuti sarebbero in tutto circa 40 mila.
La vicenda evoca quanto avvenuto in Argentina con i desaparecidos durante la dittatura dei generali e Human Rights Watch precisa che «far sparire le persone usando la forza è una seria violazione dei diritti umani, un crimine contro l’umanità» come spiega Joe Stork, vice direttore per il Medio Oriente. In particolare, secondo uno studio del Consiglio nazionale per i diritti umani in Egitto la maggioranza degli episodi di «scomparse forzate» sono avvenuti fra aprile e maggio 2015 anche se, in alcuni casi, risalgono al 2013 quando il presidente era Mahmud Morsi. Si tratterebbe di almeno 90 casi.
Il ministero degli Interni del Cairo nega tali accuse, affermando che «non usiamo tali metodi e se qualcuno ha delle prove deve presentare un esposto legale». Ezzat Ghoneim, avvocato di un gruppo indipendente che documenta le violazioni di legge avvenute ai danni dei Fratelli Musulmani, afferma di aver presentato «quattro denunce circostanziate di scomparsa in marzo senza aver ricevuto alcuna replica». Da quando Al-Sisi guida il Paese, dopo il rovesciamento di Morsi nel luglio 2013, gli arresti avvenuti sarebbero in tutto circa 40 mila.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.