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sabato 4 luglio 2015

ONU - Matrimoni precoci e forzati: Consiglio Diritti Umani adotta risoluzione

OnuItalia
Ginevra – Il Consiglio Diritti Umani dell’ONU ha adottato oggi per consenso la prima Risoluzione di sostanza sulla prevenzione e l’eradicazione dei Matrimoni Precoci e Forzati (“Child, Early and Forced Marriages”), un significativo progresso nella tutela dei diritti umani e delle libertà individuali contro una pratica che interessa ogni anno 15 milioni di bambine: 28 bambine ogni minuto, mettendo a rischio il loro sviluppo e il benessere personale.


L’Italia, con la Sierra Leone, ha co-presieduto i negoziati per definire il testo della Risoluzione, che ribadisce che i matrimoni precoci e forzati rappresentano “una violazione dei diritti umani”, in particolare delle donne e delle bambine. La Risoluzione, co-sponsorizzata da 85 Stati inclusi alcuni con un alto numero di baby-spose, sottolinea l’importanza del coinvolgimento dell’intera società e richiama gli attori impegnati nel settore umanitario a rafforzare il monitoraggio e gli interventi di prevenzione per contrastare il ricorso ai matrimoni precoci e forzati.

Il testo approvato oggi segna un passo importante a pochi mesi dall’adozione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, una ambiziosa cornice per trasformare il mondo di qui al 2030. L’agenda include l’obiettivo 5.3 che chiede “l’eliminazione di tutte le pratiche dannose, tra cui i matrimoni precoci e forzati e le mutilazioni genitali femminili” sotto l’obiettivo 5: “Raggiungere la parità di genere e dare forza e indipendenza a tutte le donne e le ragazze”.

Il ruolo attivo svolto dall’Italia, membro dal 2013 del gruppo transregionale di Paesi che si oppongono a tale pratica, per l’eliminazione dei matrimoni precoci e forzati, così come delle mutilazioni genitali femminili, conferma la priorità accordata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ai diritti dei minori, soprattutto delle bambine. La risoluzione di Ginevra arriva sulla scia di un testo approvato, sempre su input italiano, lo scorso dicembre dall’Assemblea generale dell’Onu a New York.

Il traguardo di oggi – commenta la Farnesina in una nota – è il risultato degli sforzi della diplomazia italiana di coagulare il consenso su tale tema, attraverso il dialogo inclusivo con partner appartenenti a tutti i gruppi regionali. (AB, 2 luglio 2015)

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