Il governo conservatore australiano continua la sua (non) politica sull’immigrazione: riportarli tutti a casa. O, al limite, chiuderli nei centri di detenzione sulle isole del Pacifico.
L’Australia ha uno dei regolamenti più rigidi al mondo sulla questione immigrazione e per l’Europa diviene sempre più un modello anche se buona parte dei respingimenti che il governo esegue ogniqualvolta si avvicina una nave con a bordo rifugiati, resta nascosta ai media internazionali. Ma non questa volta.
Il governo australiano mercoledì scorso ha fatto sapere che una nave di legno con a bordo decine di richiedenti asilo vietnamiti era stata avvistata al largo del porto nord occidentale di Dampier. Il ministro per la Protezione dei confini Peter Dutton ha dichiarato che non avrebbe diffuso ulteriori dettagli sulla condizione degli uomini, delle donne e dei bambini che si trovavano sull’imbarcazione. Ma ha fatto sapere che il governo avrebbe lavorato per trovare un accordo con il governo del Vietnam, per rispedire a casa quei cittadini che avrebbero dimostrato di non essere dei veri rifugiati. La politica dei respingimenti in Australia sembra l’unica, vera soluzione trovata finora dal governo conservatore di Tony Abbott ai flussi di immigrati che arrivano nel paese.
Alcuni gruppi di diritti umani hanno denunciato il governo australiano per aver tenuto nascosto un gruppo di 46 richiedenti asilo vietnamiti su una nave da guerra in mezzo al mare, per quasi un mese, e di aver controllato i regolari documenti dei passeggeri, sempre in mare. Pratica molto diffusa in Australia e denunciata dall’Unhcr stessa. Ma così il governo evita ai rifugiati di far mettere il piede in terra australiana.
Doan Viet Trung, membro del gruppo per i diritti umani in Australia, ha dichiarato che sull’imbarcazione rimandata indietro ci sarebbero state circa 45 persone, che avevano iniziato il loro viaggio il 2 luglio scorso. Questi hanno lanciato la richiesta di asilo, dopo che il peschereccio con cui sono partiti dal Vietnam è stato affondato dalla marina cinese nei pressi delle isole Spratly, contese tra Cina, Giappone, Filippine e appunto Vietnam, nel Mar Cinese Meridionale.
Le navi dei richiedenti asilo provenienti dal Sud est asiatico vengono regolarmente fermate in Australia, dal momento che due anni fa il governo ha cominciato le politiche dei respingimenti, ma nonostante questo, i profughi pagavano dei trafficanti per farsi portare sulle coste del paese. Tutti coloro che non vengono respinti, vengono comunque chiusi nei centri di detenzione dislocati sulle isole del Pacifico, come sull’isola di Nauru o in Papua Nuova Guinea. Celebre quello di Manus Island, la ‘Guantanamo del Pacifico’.
Il governo australiano mercoledì scorso ha fatto sapere che una nave di legno con a bordo decine di richiedenti asilo vietnamiti era stata avvistata al largo del porto nord occidentale di Dampier. Il ministro per la Protezione dei confini Peter Dutton ha dichiarato che non avrebbe diffuso ulteriori dettagli sulla condizione degli uomini, delle donne e dei bambini che si trovavano sull’imbarcazione. Ma ha fatto sapere che il governo avrebbe lavorato per trovare un accordo con il governo del Vietnam, per rispedire a casa quei cittadini che avrebbero dimostrato di non essere dei veri rifugiati. La politica dei respingimenti in Australia sembra l’unica, vera soluzione trovata finora dal governo conservatore di Tony Abbott ai flussi di immigrati che arrivano nel paese.
Alcuni gruppi di diritti umani hanno denunciato il governo australiano per aver tenuto nascosto un gruppo di 46 richiedenti asilo vietnamiti su una nave da guerra in mezzo al mare, per quasi un mese, e di aver controllato i regolari documenti dei passeggeri, sempre in mare. Pratica molto diffusa in Australia e denunciata dall’Unhcr stessa. Ma così il governo evita ai rifugiati di far mettere il piede in terra australiana.
Doan Viet Trung, membro del gruppo per i diritti umani in Australia, ha dichiarato che sull’imbarcazione rimandata indietro ci sarebbero state circa 45 persone, che avevano iniziato il loro viaggio il 2 luglio scorso. Questi hanno lanciato la richiesta di asilo, dopo che il peschereccio con cui sono partiti dal Vietnam è stato affondato dalla marina cinese nei pressi delle isole Spratly, contese tra Cina, Giappone, Filippine e appunto Vietnam, nel Mar Cinese Meridionale.
Le navi dei richiedenti asilo provenienti dal Sud est asiatico vengono regolarmente fermate in Australia, dal momento che due anni fa il governo ha cominciato le politiche dei respingimenti, ma nonostante questo, i profughi pagavano dei trafficanti per farsi portare sulle coste del paese. Tutti coloro che non vengono respinti, vengono comunque chiusi nei centri di detenzione dislocati sulle isole del Pacifico, come sull’isola di Nauru o in Papua Nuova Guinea. Celebre quello di Manus Island, la ‘Guantanamo del Pacifico’.
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