Ansa
Allarme Save the Children per i bambini rifugiati e migranti in Grecia: si trovano ad alto rischio di sfruttamento, abuso e malattie, anche mortali, a causa del collasso del sistema ufficiale di accoglienza, dovuto alla crisi economica.
Circa 1.000 persone sbarcano ogni giorno sulle isole del Dodecaneso, per la maggior parte siriani, afgani e iracheni che cercano rifugio in Europa. Nel solo mese di giugno sono giunti sulle isole 4.270 bambini, 86 dei quali non accompagnati, riporta Save the Children nel Rapporto di valutazione dei bisogni dei rifugiati e migranti in Grecia.
Lesbo, in particolare, è la principale meta dei migranti: 25.000 giunti dall’inizio dell’anno e 5000 presenti al momento.
Si prevede che di qui alla fine dell’anno i migranti che giungeranno in Grecia potranno arrivare a 200.000.
Il sistema di accoglienza ufficiale è sopraffatto: la fornitura di cibo, acqua , medicine e di un posto sicuro dove dormire è molto aldisotto delle necessità dei migranti.
Sono 9 i "Centri di prima accoglienza" ma per la mancanza di finanziamenti solo 1 funziona come tale mentre gli altri assomigliano più a centri di detenzione, dal momento che bambini e adulti non possono uscire e inoltre sono privi dei basici servizi. La società civile locale e associazioni non profit internazionali hanno intensificato la loro azione di aiuto ma i bambini continuano a vivere in condizioni terribili.
I bambini più vulnerabili, in particolare quelli che dormono fuori da soli o che si ritrovano bloccati in grandi gruppi di adulti nei sovraffollati centri di detenzione, sono a rischio di tratta, sfruttamento sessuale e abusi. Alcuni bambini hanno riferito agli operatori di Save the Children a Lesbo, Chios, Kos e Atene di non aver mangiato per giorni e di aver paura a dormire fuori o andare in bagno durante la notte per il rischio di abusi.
I neonati e i bambini più piccoli sono particolarmente a rischio di malattie diarroiche, gravi scottature, colpi di calore e disidratazione, che possono rivelarsi fatali per dei bambini piccoli. Nei campi informali il 90% delle persone non ha un posto adeguato per dormire - come ad esempio una tenda – e le possibilità di lavarsi sono quasi inesistenti.
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