Un tribunale della Mauritania ha fissato al 20 agosto l'apertura del processo d'appello per tre militanti contro la schiavitù, condannati a gennaio a due anni di prigione per "appartenenza a un'organizzazione non riconosciuta".
Lo riferisce una fonte giudiziaria, citata dal quotidiano "Africa Time". Sul banco degli imputati Biram Ould Dah Ould Abeid, presidente dell'Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista, il suo collaboratore, Brahim Ould Bilal, e il presidente di una organizzazione non governativa (Ong) per i diritti civili e culturali, Djiby Sow.
La Mauritania è stato l'ultimo paese al mondo ad abolire la schiavitù nel 1981 e nel 2007 la pratica è stata definita ufficialmente un crimine punibile con pene fino a dieci anni di carcere. Ma secondo gli attivisti il governo non ha preso iniziative per contrastare la schiavitù.
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