A quindici giorni ha già cambiato tre carceri. È la storia di Desirè, baby detenuta del Pagliarelli, figlia di una rapinatrice che ha evaso gli arresti domiciliari. Desirè è la bambina più piccola mai accolta al Pagliarelli, dove la cella è stata trasformata in una nursery con fasciatoio, bagnetto, culla.
Desiré è nata sedici giorni fa e ha già cambiato tre carceri. Il primo, quando era ancora in pancia, è stato quello di Trapani. Il 15 luglio è nata in ospedale ed è stata subito trasferita ad Agrigento, dove è arrivata ad appena tre giorni di vita, avvolta in un lenzuolino bianco in braccio alla sua mamma. Desirè è figlia di Mirella, una rapinatrice che per tre volte ha violato gli arresti domiciliari. Per questo è finita in carcere col pancione e non ne è più uscita, se non il giorno in cui ha dato alla luce la sua bambina.
E così Desirè è diventata una baby detenuta senza conoscere il mondo oltre le sbarre. O meglio, è rimasta ricoverata per una settimana all'ospedale dei Bambini per una cisti alla gola che le è stata scoperta alla nascita e che al più presto dovrà essere asportata. Poi, giovedì, dopo le dimissioni, ha fatto il suo ingresso al carcere Pagliarelli dove è stata trasferita la sua mamma proprio perché a Palermo c'è un ospedale più attrezzato per seguire la patologia di Desirè.
Il penitenziario Pagliarelli non si è fatto trovare impreparato cercando di dotare di tutti i comfort la cella destinata a Mirela e alla sua bambina. Una stanza di poco più di dieci metri quadrati nella sezione femminile del carcere è stata trasformata in una vera e propria nursery. Culla, fasciatoio, bagnetto, lenzuolini rosa, biberon, ciucci e peluche. Tutto per Desirè, accolta dal personale penitenziario come un dono.
"Non abbiamo mai avuto una bambina così piccola in carcere - dice la direttrice Francesca Vazzana - e seguiamo Desirè con grande attenzione. È l'unica bambina al momento in carcere". La mamma gode di qualche ora d'aria in più per poter portare in passeggino Desirè fuori dalla cella. Unica sofferenza condivisa dalla neonata con gli altri detenuti è quello del caldo. Le prigioni non sono dotate di condizionatori. "Abbiamo messo un ventilatore in cella", spiega la vicedirettrice Giovanna Re. Di certo Desirè è la mascotte della sezione femminile. Le altre detenute offrono grande solidarietà per la neonata che di notte piange quando è l'ora della poppata. Di giorno Desirè dorme nella culla sistemata nella cella e adesso sta partendo una raccolta tra i dipendenti del penitenziario per portare alla piccola vestitini e sonaglini.
"Cerchiamo sempre di fare in modo che i figli delle detenute rimangano il meno possibile tra le mura delle carceri - dice la direttrice Vazzana - ma in questo caso si tratta di una neonata che non può essere separata dalla sua mamma". Mirella non può lasciare il carcere per i suoi precedenti e dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è anche arrivato il "no" al trasferimento di Desirè e della sua mamma in un Icam, una struttura penitenziaria più simile alle case famiglia. La Sicilia, oltretutto, è l'unica regione senza questo tipo di residenze. "Speriamo di realizzare a fine anno un Icam anche in Sicilia - spiega Maurizio Veneziano, provveditore delle carceri siciliane - seguendo l'indirizzo dato dal ministro della giustizia".
Intanto, Desirè è monitorata 24 ore su 24 dai sanitari all'interno del Pagliarelli. E tra una poppata e un pianto, Desirè guarda al futuro dalla finestrella della sua cella cullata dalle braccia della mamma.
di Romina Marceca
E così Desirè è diventata una baby detenuta senza conoscere il mondo oltre le sbarre. O meglio, è rimasta ricoverata per una settimana all'ospedale dei Bambini per una cisti alla gola che le è stata scoperta alla nascita e che al più presto dovrà essere asportata. Poi, giovedì, dopo le dimissioni, ha fatto il suo ingresso al carcere Pagliarelli dove è stata trasferita la sua mamma proprio perché a Palermo c'è un ospedale più attrezzato per seguire la patologia di Desirè.
Il penitenziario Pagliarelli non si è fatto trovare impreparato cercando di dotare di tutti i comfort la cella destinata a Mirela e alla sua bambina. Una stanza di poco più di dieci metri quadrati nella sezione femminile del carcere è stata trasformata in una vera e propria nursery. Culla, fasciatoio, bagnetto, lenzuolini rosa, biberon, ciucci e peluche. Tutto per Desirè, accolta dal personale penitenziario come un dono.
"Non abbiamo mai avuto una bambina così piccola in carcere - dice la direttrice Francesca Vazzana - e seguiamo Desirè con grande attenzione. È l'unica bambina al momento in carcere". La mamma gode di qualche ora d'aria in più per poter portare in passeggino Desirè fuori dalla cella. Unica sofferenza condivisa dalla neonata con gli altri detenuti è quello del caldo. Le prigioni non sono dotate di condizionatori. "Abbiamo messo un ventilatore in cella", spiega la vicedirettrice Giovanna Re. Di certo Desirè è la mascotte della sezione femminile. Le altre detenute offrono grande solidarietà per la neonata che di notte piange quando è l'ora della poppata. Di giorno Desirè dorme nella culla sistemata nella cella e adesso sta partendo una raccolta tra i dipendenti del penitenziario per portare alla piccola vestitini e sonaglini.
"Cerchiamo sempre di fare in modo che i figli delle detenute rimangano il meno possibile tra le mura delle carceri - dice la direttrice Vazzana - ma in questo caso si tratta di una neonata che non può essere separata dalla sua mamma". Mirella non può lasciare il carcere per i suoi precedenti e dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è anche arrivato il "no" al trasferimento di Desirè e della sua mamma in un Icam, una struttura penitenziaria più simile alle case famiglia. La Sicilia, oltretutto, è l'unica regione senza questo tipo di residenze. "Speriamo di realizzare a fine anno un Icam anche in Sicilia - spiega Maurizio Veneziano, provveditore delle carceri siciliane - seguendo l'indirizzo dato dal ministro della giustizia".
Intanto, Desirè è monitorata 24 ore su 24 dai sanitari all'interno del Pagliarelli. E tra una poppata e un pianto, Desirè guarda al futuro dalla finestrella della sua cella cullata dalle braccia della mamma.
di Romina Marceca
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