Un’inchiesta del centro africano per le migrazioni svela un sistema consolidato di estorsioni ai richiedenti asilo in ogni fase dell’accoglienza. Chi non paga viene cacciato. Il paese ha avuto in un anno 86 mila richieste, più del Regno Unito
Nairobi – Una nuova inchiesta accusa le autorità sudafricane di corruzione nella concessione di documenti ai richiedenti asilo. L’inchiesta, intitolata “Queue here for corruption: measuring Irregularities in South Africa’s Asylum System” (“Fare la fila qui per la corruzione. Misurare le irregolarità del sistema di asilo in Sud Africa”), riporta atti di corruzione dagli attraversamenti di confine alle file fuori dagli uffici accoglienza per i rifugiati, ed anche cosa succede all’interno degli uffici.
Secondo l’inchiesta, prodotta dall’African Centre for Migration and Society (ACMS), la corruzione è ovunque: “Ti chiedono i soldi, tu glieli dai, ma poi loro non ti aiutano”. Il Sudafrica è una delle destinazioni principali per i migranti e i richiedenti asilo da tutto il continente: secondo l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), nel 2014 ha ricevuto oltre 86 mila richieste d’asilo, più del doppio di quelle ricevute dal Regno Unito. Ma soltanto una ogni dieci richieste è stata accettata – la più bassa percentuale di accettazione al mondo.
A detta di un rifugiato, che si è espresso in anonimato: “Nessuno ottiene un permesso senza pagare”. Nell’inchiesta si legge che la corruzione ha inizio al confine – il 13 per cento degli intervistati dice che gli ufficiali di dogana hanno chiesto loro soldi –, ma è più insistente durante le richieste d’asilo e di rinnovamento, processi che di solito richiedono di recarsi più volte all’Ufficio accoglienza rifugiati.
L’inchiesta denuncia inoltre che ai rifugiati vengono chiesti soldi mentre aspettano fuori dall’ufficio, di solito da addetti alla sicurezza o intermediari che assicurano di avere contatti con il personale all’interno. A Marabastad, vicino a Pretoria, più della metà degli intervistati si è trovata davanti ad atti di corruzione mentre era in fila, mentre al 31 per cento è stata offerta assistenza una volta dentro l’ufficio in cambio di soldi.
Coloro che non possono pagare le somme richieste spesso sono mandati via.Tuttavia i richiedenti asilo che non riescono a rinnovare i propri permessi prima che scadano possono essere multati, sistema che apre le porte a un’ulteriore corruzione. Le multe vengono pagate direttamente al personale dell’Ufficio Rifugiati. “I moltissimi modi in cui può essere applicata la corruzione aumentano il rischio per i richiedenti asilo di restare senza documenti e quindi di venire arrestati e detenuti, cosa che a sua volta spiana la strada alla corruzione”, viene aggiunto. L’inchiesta sostiene che la corruzione è aumentata così gravemente all’interno del sistema d’asilo in Sudafrica anche come conseguenza della decisione del governo di chiudere parecchi uffici accoglienza per rifugiati negli ultimi anni, nonostante l’incessante richiesta del servizio.
Secondo l’inchiesta, prodotta dall’African Centre for Migration and Society (ACMS), la corruzione è ovunque: “Ti chiedono i soldi, tu glieli dai, ma poi loro non ti aiutano”. Il Sudafrica è una delle destinazioni principali per i migranti e i richiedenti asilo da tutto il continente: secondo l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), nel 2014 ha ricevuto oltre 86 mila richieste d’asilo, più del doppio di quelle ricevute dal Regno Unito. Ma soltanto una ogni dieci richieste è stata accettata – la più bassa percentuale di accettazione al mondo.
A detta di un rifugiato, che si è espresso in anonimato: “Nessuno ottiene un permesso senza pagare”. Nell’inchiesta si legge che la corruzione ha inizio al confine – il 13 per cento degli intervistati dice che gli ufficiali di dogana hanno chiesto loro soldi –, ma è più insistente durante le richieste d’asilo e di rinnovamento, processi che di solito richiedono di recarsi più volte all’Ufficio accoglienza rifugiati.
L’inchiesta denuncia inoltre che ai rifugiati vengono chiesti soldi mentre aspettano fuori dall’ufficio, di solito da addetti alla sicurezza o intermediari che assicurano di avere contatti con il personale all’interno. A Marabastad, vicino a Pretoria, più della metà degli intervistati si è trovata davanti ad atti di corruzione mentre era in fila, mentre al 31 per cento è stata offerta assistenza una volta dentro l’ufficio in cambio di soldi.
Coloro che non possono pagare le somme richieste spesso sono mandati via.Tuttavia i richiedenti asilo che non riescono a rinnovare i propri permessi prima che scadano possono essere multati, sistema che apre le porte a un’ulteriore corruzione. Le multe vengono pagate direttamente al personale dell’Ufficio Rifugiati. “I moltissimi modi in cui può essere applicata la corruzione aumentano il rischio per i richiedenti asilo di restare senza documenti e quindi di venire arrestati e detenuti, cosa che a sua volta spiana la strada alla corruzione”, viene aggiunto. L’inchiesta sostiene che la corruzione è aumentata così gravemente all’interno del sistema d’asilo in Sudafrica anche come conseguenza della decisione del governo di chiudere parecchi uffici accoglienza per rifugiati negli ultimi anni, nonostante l’incessante richiesta del servizio.
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