Undici anni in carcere per due omicidi che non aveva commesso. Per Mirko Felice Eros Turco, 35 anni, di Gela, «è finito un lungo calvario. Alla fine è stata fatta giustizia», dice il suo avvocato, Flavio Sinatra. E dopo averlo assistito per 17 anni in diverse aule giudiziarie, «ora sono contento per lui».
Turco, vittima di un clamoroso errore giudiziario, condannato all'ergastolo per due omicidi, tra cui quello di un ragazzino, adesso è stato definitivamente prosciolto da ogni accusa, dopo la revisione dei processi. Ma quasi 11 anni della sua vita, li ha trascorsi in carcere da innocente. Anni bui, che adesso può lasciarsi definitivamente alle spalle. «Un incubo».
Ad accusarlo, ben sette pentiti. Secondo il loro racconto, Turco nell'estate del '98, avrebbe prima strangolato e massacrato, prima di bruciare il suo corpo ormai senza vita, un ragazzo di soli 16 anni, Fortunato Belladonna, ritrovato in un canneto del lungomare di Gela. Incriminato per quel delitto, finì in galera.
Nel frattempo, dopo circa un mese, per lui arrivò un'altra dura accusa e un altro ergastolo per l'uccisione di Orazio Sciascio, un salumiere di 66 anni, ammazzato durante una rapina per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Turco ha sempre sostenuto di essere innocente, che con quei delitti non c'entrava niente. La svolta arrivò nel 2008, quando due esponenti del clan Emmanuello, Carmelo Massimo Billizzi e Gianluca Gammino, da boss a pentiti, si autoaccusarono del delitto Belladonna, il ragazzino.
La Corte d'appello di Messina, sempre nel 2008, accolse la richiesta di revisione del processo di Turco, disponendone la scarcerazione. Iniziò così a sbriciolarsi anche il castello accusatorio che era stato costruito per l'omicidio del commerciante, per il quale nel frattempo vennero arrestate due persone, Salvatore Rinella e Salvatore Collura.
Nel 2012 la Corte d'Appello di Catania revocò la precedente condanna in primo grado assolvendo definitivamente Turco dall'accusa di omicidio. Adesso per Turco, diventa definitiva anche la sentenza di assoluzione per il delitto Belladonna. La sentenza è stata emessa dalla Corte d'Appello di Messina, dopo aver accolto la richiesta avanzata dal legale Sinatra, di procedere alla revisione del processo.
La Procura Generale, che non ha mai creduto all'innocenza di Turco, aveva invece chiesto il rigetto dell'istanza di revisione e la conferma dell'ergastolo.
Ad accusarlo, ben sette pentiti. Secondo il loro racconto, Turco nell'estate del '98, avrebbe prima strangolato e massacrato, prima di bruciare il suo corpo ormai senza vita, un ragazzo di soli 16 anni, Fortunato Belladonna, ritrovato in un canneto del lungomare di Gela. Incriminato per quel delitto, finì in galera.
Nel frattempo, dopo circa un mese, per lui arrivò un'altra dura accusa e un altro ergastolo per l'uccisione di Orazio Sciascio, un salumiere di 66 anni, ammazzato durante una rapina per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Turco ha sempre sostenuto di essere innocente, che con quei delitti non c'entrava niente. La svolta arrivò nel 2008, quando due esponenti del clan Emmanuello, Carmelo Massimo Billizzi e Gianluca Gammino, da boss a pentiti, si autoaccusarono del delitto Belladonna, il ragazzino.
La Corte d'appello di Messina, sempre nel 2008, accolse la richiesta di revisione del processo di Turco, disponendone la scarcerazione. Iniziò così a sbriciolarsi anche il castello accusatorio che era stato costruito per l'omicidio del commerciante, per il quale nel frattempo vennero arrestate due persone, Salvatore Rinella e Salvatore Collura.
Nel 2012 la Corte d'Appello di Catania revocò la precedente condanna in primo grado assolvendo definitivamente Turco dall'accusa di omicidio. Adesso per Turco, diventa definitiva anche la sentenza di assoluzione per il delitto Belladonna. La sentenza è stata emessa dalla Corte d'Appello di Messina, dopo aver accolto la richiesta avanzata dal legale Sinatra, di procedere alla revisione del processo.
La Procura Generale, che non ha mai creduto all'innocenza di Turco, aveva invece chiesto il rigetto dell'istanza di revisione e la conferma dell'ergastolo.
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