È stato impiccato ieri mattina in Pakistan Ansar Iqbal, il pakistano condannato a morte con l'accusa di aver commesso un omicidio 16 anni fa quando, secondo la difesa, aveva 15 anni.
Per le autorità era invece un ventenne. Iqbal, che si dichiarava innocente, è stato impiccato nel carcere di Sargodha, nella provincia del Punjab, secondo un funzionario del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Muhammad Akmal, citato dall'agenzia di stampa Dpa. "Il corpo è già stato consegnato alla famiglia per la sepoltura", ha aggiunto.
L'ong per i diritti umani Reprieve aveva lanciato un appello al presidente Mamnoon Hussain affinché concedesse la grazia a Iqbal. In un comunicato l'ong ha denunciato come "tutte le prove documentate presentate in tribunale durante il processo indichino che era un bambino all'epoca del presunto reato" e come "tuttavia i tribunali abbiano deciso di credere alle stime degli ufficiali di polizia secondo cui era un ventenne".
All'inizio di agosto aveva suscitato sdegno la notizia dell'impiccagione, sempre in Pakistan, di un giovane condannato a morte per l'omicidio nel 2004 di un bambino di sette anni, un reato commesso quando - secondo la difesa - aveva 14 anni. In Pakistan non è prevista l'applicazione della pena di morte nei confronti dei minori di 18 anni.
Dopo il sanguinoso attacco dello scorso dicembre contro una scuola di Peshawar, in cui sono rimaste uccise 150 persone (per lo più bambini), le autorità pakistane hanno deciso la revoca della moratoria sulla pena di morte per i sospetti terroristi. A marzo, poi, è stata annunciata la revoca totale della moratoria, che era in vigore dal 2008.
Secondo l'ultimo Rapporto sulla pena di morte nel mondo di Nessuno Tocchi Caino, lo scorso anno in Pakistan sono state eseguite sette condanne a morte per impiccagione. Quest'anno da gennaio a giugno, stando allo stesso rapporto, almeno 174 condanne a morte sono state eseguite per impiccagione. Dallo scorso dicembre le esecuzioni sono state più di 200.
L'ong per i diritti umani Reprieve aveva lanciato un appello al presidente Mamnoon Hussain affinché concedesse la grazia a Iqbal. In un comunicato l'ong ha denunciato come "tutte le prove documentate presentate in tribunale durante il processo indichino che era un bambino all'epoca del presunto reato" e come "tuttavia i tribunali abbiano deciso di credere alle stime degli ufficiali di polizia secondo cui era un ventenne".
All'inizio di agosto aveva suscitato sdegno la notizia dell'impiccagione, sempre in Pakistan, di un giovane condannato a morte per l'omicidio nel 2004 di un bambino di sette anni, un reato commesso quando - secondo la difesa - aveva 14 anni. In Pakistan non è prevista l'applicazione della pena di morte nei confronti dei minori di 18 anni.
Dopo il sanguinoso attacco dello scorso dicembre contro una scuola di Peshawar, in cui sono rimaste uccise 150 persone (per lo più bambini), le autorità pakistane hanno deciso la revoca della moratoria sulla pena di morte per i sospetti terroristi. A marzo, poi, è stata annunciata la revoca totale della moratoria, che era in vigore dal 2008.
Secondo l'ultimo Rapporto sulla pena di morte nel mondo di Nessuno Tocchi Caino, lo scorso anno in Pakistan sono state eseguite sette condanne a morte per impiccagione. Quest'anno da gennaio a giugno, stando allo stesso rapporto, almeno 174 condanne a morte sono state eseguite per impiccagione. Dallo scorso dicembre le esecuzioni sono state più di 200.
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