“Centinaia di profughi hanno raggiunto i campi allestiti presso il convento di Notre Dame du Mont Carmel e il Seminario maggiore di Bangui”: lo riferiscono alla MISNA fonti nella capitale centrafricana in seguito a scontri e violenze che nel fine-settimana hanno provocato oltre 30 vittime e un centinaio di feriti.
“Tanta gente è fuggita in cerca di un riparo – dicono da Bangui - mentre nelle strade si sparava ed erano erette barricate di pneumatici in fiamme; era da almeno un anno che i campi si svuotavano ma nel fine-settimana è avvenuto esattamente il contrario”.
Le violenze sono cominciate sabato mattina, pare a seguito dell’uccisione di un conduttore di moto-taxi nel Pk-5, quartiere perlopiù musulmano nel centro della città. Nelle ore successive rappresaglie ed esecuzioni sommarie, con roghi di abitazioni e perfino di una chiesa protestante.
Secondo le fonti della MISNA, a ogni modo, le violenze potrebbero non esser riconducibili solo alle contrapposizioni degli ultimi anni tra combattenti musulmani della Seleka e unità Anti-Balaka, milizie perlopiù cristiane. “Negli scontri – dicono da Bangui – un ruolo sembra aver assunto anche il malcontento per l’inerzia della missione di pace delle Nazioni Unite, la Minusca, accusata di non essere in grado di garantire la sicurezza”. Stando alle fonti, ancora ieri sera, un gruppo di giovani armati stazionavano di fronte alla sede della missione presidiata dai "caschi blu".
Le violenze si sarebbero ridotte di intensità nel corso della serata di ieri, in seguito all’entrata in vigore di un coprifuoco imposto dai peacekeeper con il sostegno dei militari francesi della missione Sangaris. “Un appello al rispetto delle restrizioni e a cessare ogni violenza – dicono da Bangui - è stato rivolto alla popolazione dal primo ministro Mahamat Kamoun: speriamo possa essere ascoltato”.
[VG]
Le violenze sono cominciate sabato mattina, pare a seguito dell’uccisione di un conduttore di moto-taxi nel Pk-5, quartiere perlopiù musulmano nel centro della città. Nelle ore successive rappresaglie ed esecuzioni sommarie, con roghi di abitazioni e perfino di una chiesa protestante.
Secondo le fonti della MISNA, a ogni modo, le violenze potrebbero non esser riconducibili solo alle contrapposizioni degli ultimi anni tra combattenti musulmani della Seleka e unità Anti-Balaka, milizie perlopiù cristiane. “Negli scontri – dicono da Bangui – un ruolo sembra aver assunto anche il malcontento per l’inerzia della missione di pace delle Nazioni Unite, la Minusca, accusata di non essere in grado di garantire la sicurezza”. Stando alle fonti, ancora ieri sera, un gruppo di giovani armati stazionavano di fronte alla sede della missione presidiata dai "caschi blu".
Le violenze si sarebbero ridotte di intensità nel corso della serata di ieri, in seguito all’entrata in vigore di un coprifuoco imposto dai peacekeeper con il sostegno dei militari francesi della missione Sangaris. “Un appello al rispetto delle restrizioni e a cessare ogni violenza – dicono da Bangui - è stato rivolto alla popolazione dal primo ministro Mahamat Kamoun: speriamo possa essere ascoltato”.
[VG]
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