Si chiama Pec, Proposta di emendamento alla Costituzione 2015, il nuovo nemico dei popoli indigeni del Brasile. A Palmas, capitale di Tocantins, la prima edizione dei Giochi mondiali dei popoli indigeni è l’occasione per rilanciare una battaglia storica, quella per il diritto al possesso e all’utilizzo esclusivo dei territori ancestrali dei popoli nativi che sopravvivono agli interessi politici ed economici in un contesto da sempre ostile.

Ma l’ultima bozza della Pec 2015 si spinge anche oltre: ritira agli abitanti ancestrali l’usufrutto esclusivo delle risorse naturali presenti nei territori indigeni – su cui ricadono gli appetiti della grande industria estrattiva e dell’agrobusiness – e dà al Congresso il potere di imporre i nuovi criteri a tutte le terre indigene, anche quelle già demarcate, ‘regolarizzate’ o in processo di ‘regolarizzazione’.
“Ovvero: le terre indigene del presente, del passato, del futuro saranno sotto il giogo dei parlamentari, in larga maggioranza anti-indigeni, così come la definizione di qualsiasi diritto degli indios sui loro stessi territori” evidenzia l’esponente del Cimi.
Ma i popoli indigeni brasiliani non si arrendono e sono pronti a intraprendere una nuova lotta per la delimitazione e la protezione delle loro terre tradizionali “che sono sacre per i nostri popoli – ripete il dirigente nativo Antonio Apinajé - e necessarie per l'equilibrio e la sostenibilità del clima sul pianeta Terra".
[FB]
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