Vienna. Il rapporto degli austriaci con i flussi migratori è ambivalente. I sondaggi delle ultime settimane rivelano una diffusa preoccupazione nella maggioranza della popolazione, intimorita dalle ondate in arrivo, e trovano conferma nel successo alle recenti elezioni in Alta Austria dei liberalnazionali, che di tale preoccupazione si erano fatti portavoce.
Un momento della manifestazione che si è snodata lungo le strade di Vienna |
E pur tuttavia vi è una componente probabilmente minoritaria ma molto vivace e vitale della società austriaca che invece è solidale con i disperati che abbandonano le loro patrie in guerra ed è pronta ad accoglierli.
Lo si è visto a Vienna, dove si è svolta un’imponente manifestazione all’insegna del motto “Flüchtlinge Willkommen!" (Rifugiati benvenuti!). Promossa dal movimento “Per un asilo politico umano”, ha visto un corteo attraversare le vie della città, dirigendosi dall’anello esterno (il Gürtel), fino alla Heldenplatz, la piazza degli Eroi, al cospetto del palazzo imperiale, palcoscenico deputato dei grandi eventi della storia austriaca. Al concerto che qui ha concluso la giornata hanno assistito non meno di 100mila persone.
Ma tutto è cominciato alla Westbahnhof, la stazione occidentale della capitale, che per giorni era stata bivacco di migliaia di profughi in arrivo dall’Ungheria e in attesa di un treno che li portasse in Germania.
Qui la società civile austriaca – ma anche quella istituzionale rappresentata da polizia, esercito, ferrovie dello Stato, servizi sanitari e altri ancora – aveva dato il meglio di sé, offrendo alla massa dei migranti tutta l’assistenza di cui avevano bisogno, senza ostacoli burocratici e senza temporeggiamenti.
In quella stazione, dove tuttora arrivano e partono gruppi di profughi, si sono radunate nel primo pomeriggio alcune migliaia di persone, occupando l’intera piazza antistante. Gli organizzatori hanno rivolto parole di benvenuto ai migranti «non importa se giunti per sfuggire alla guerra, alle persecuzioni o per altre ragioni». Hanno chiesto che a essi sia riservato un trattamento umano e che i confini rimangano aperti. Hanno preso la parola anche alcuni rifugiati, che hanno riferito sulla loro condizione, e sono stati letti brani dell’opera “I protetti” del premio Nobel austriaco Elfriede Jelinek. Si è poi formato un corteo che ha percorso la Mariahilfer Strasse, la Bambergerstrasse e il Ring, fino al Parlamento.
Sul numero dei partecipanti le stime, come sempre, divergono: tra i 50 e i 60 mila per gli organizzatori, poco più di 20 mila secondo la polizia. Si è trattato in ogni caso di una folla enorme, basti dire che quando il corteo è giunto al Parlamento, la coda doveva ancora cominciare a muoversi dallaWestbahnhof (e tra l’uno e l’altra ci sono tre stazioni di metropolitana). Infine il concerto “di solidarietà” nella Heldenplatz, dal titolo “Voci per i rifugiati”, protrattosi fino a tarda sera. Sul palcoscenico si sono alternati 15 cantanti e band, austriaci e stranieri. Tra gli ospiti, anche la voce italiana di Zucchero, che in Austria conta molti fan.
Lo si è visto a Vienna, dove si è svolta un’imponente manifestazione all’insegna del motto “Flüchtlinge Willkommen!" (Rifugiati benvenuti!). Promossa dal movimento “Per un asilo politico umano”, ha visto un corteo attraversare le vie della città, dirigendosi dall’anello esterno (il Gürtel), fino alla Heldenplatz, la piazza degli Eroi, al cospetto del palazzo imperiale, palcoscenico deputato dei grandi eventi della storia austriaca. Al concerto che qui ha concluso la giornata hanno assistito non meno di 100mila persone.
Ma tutto è cominciato alla Westbahnhof, la stazione occidentale della capitale, che per giorni era stata bivacco di migliaia di profughi in arrivo dall’Ungheria e in attesa di un treno che li portasse in Germania.
Qui la società civile austriaca – ma anche quella istituzionale rappresentata da polizia, esercito, ferrovie dello Stato, servizi sanitari e altri ancora – aveva dato il meglio di sé, offrendo alla massa dei migranti tutta l’assistenza di cui avevano bisogno, senza ostacoli burocratici e senza temporeggiamenti.
In quella stazione, dove tuttora arrivano e partono gruppi di profughi, si sono radunate nel primo pomeriggio alcune migliaia di persone, occupando l’intera piazza antistante. Gli organizzatori hanno rivolto parole di benvenuto ai migranti «non importa se giunti per sfuggire alla guerra, alle persecuzioni o per altre ragioni». Hanno chiesto che a essi sia riservato un trattamento umano e che i confini rimangano aperti. Hanno preso la parola anche alcuni rifugiati, che hanno riferito sulla loro condizione, e sono stati letti brani dell’opera “I protetti” del premio Nobel austriaco Elfriede Jelinek. Si è poi formato un corteo che ha percorso la Mariahilfer Strasse, la Bambergerstrasse e il Ring, fino al Parlamento.
Sul numero dei partecipanti le stime, come sempre, divergono: tra i 50 e i 60 mila per gli organizzatori, poco più di 20 mila secondo la polizia. Si è trattato in ogni caso di una folla enorme, basti dire che quando il corteo è giunto al Parlamento, la coda doveva ancora cominciare a muoversi dallaWestbahnhof (e tra l’uno e l’altra ci sono tre stazioni di metropolitana). Infine il concerto “di solidarietà” nella Heldenplatz, dal titolo “Voci per i rifugiati”, protrattosi fino a tarda sera. Sul palcoscenico si sono alternati 15 cantanti e band, austriaci e stranieri. Tra gli ospiti, anche la voce italiana di Zucchero, che in Austria conta molti fan.
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