Dopo le tensioni cresciute dalla scorsa settimana a seguito del rogo di un luogo di culto cristiano e dell'assedio a un altro in cui un individuo era morto e altri quattro erano rimasti feriti, le forze di sicurezza indonesiane sono intervenute ieri nel distretto di Singkil, provincia di Aceh, per demolire tre chiese come chiesto dagli estremisti musulmani che lamentano la mancanza di permessi appropriati.
La polizia demolisce una delle tre chiese ad Aceh - AFP |
Amarezza tra i cristiani: accolte le richieste degli integralisti islamici
La distruzione degli edifici, tre modesti luoghi di culto tra cui uno cattolico - riferisce l'agenzia Misna - non ha provocato altri incidenti o arresti in quanto era stata concordata tra autorità locali e leader religiosi, tuttavia ha provocato amarezza tra i cristiani che nel provvedimento hanno visto una concessione alle richieste del Fronte dei difensori dell'islam che nella provincia di Aceh, unica nell'immenso arcipelago indonesiano in cui vive la legge coranica, chiede da tempo con decisione la demolizione di una decina di luoghi di culto cristiano che non hanno un regolare permesso edilizio o per ospitare attività religiose.
Campagna per contenere il ruolo delle minoranze religiose
Previste altre demolizioni nei prossimi giorni, mentre migliaia di cristiani si sono allontanati dalle aree più potenzialmente pericolose. In parte una problematica concreta per la difficoltà di ottenere permessi e autorizzazioni in una burocrazia dai tempi lunghi e sovente dalle modalità incerte, in parte per quella che molti ritengono sia una campagna orchestrata per contenere dimensioni e ruolo delle minoranze religiose.
Forti restrizioni a causa della sharia
L'imposizione della Sharia deriva dall'accordo di pace del 2005 tra movimento indipendentista Gam e governo di Jakarta che ha dato alla provincia un'ampia autonomia e successive elezioni che hanno portato al potere gruppi politici fautori dell'islamizzazione anche del sistema giuridico. Non senza crescenti resistenze negli ultimi anni per l'imposizione di usi e restrizioni non abituali anche nella musulmana Indonesia. (C.O.)
La distruzione degli edifici, tre modesti luoghi di culto tra cui uno cattolico - riferisce l'agenzia Misna - non ha provocato altri incidenti o arresti in quanto era stata concordata tra autorità locali e leader religiosi, tuttavia ha provocato amarezza tra i cristiani che nel provvedimento hanno visto una concessione alle richieste del Fronte dei difensori dell'islam che nella provincia di Aceh, unica nell'immenso arcipelago indonesiano in cui vive la legge coranica, chiede da tempo con decisione la demolizione di una decina di luoghi di culto cristiano che non hanno un regolare permesso edilizio o per ospitare attività religiose.
Campagna per contenere il ruolo delle minoranze religiose
Previste altre demolizioni nei prossimi giorni, mentre migliaia di cristiani si sono allontanati dalle aree più potenzialmente pericolose. In parte una problematica concreta per la difficoltà di ottenere permessi e autorizzazioni in una burocrazia dai tempi lunghi e sovente dalle modalità incerte, in parte per quella che molti ritengono sia una campagna orchestrata per contenere dimensioni e ruolo delle minoranze religiose.
Forti restrizioni a causa della sharia
L'imposizione della Sharia deriva dall'accordo di pace del 2005 tra movimento indipendentista Gam e governo di Jakarta che ha dato alla provincia un'ampia autonomia e successive elezioni che hanno portato al potere gruppi politici fautori dell'islamizzazione anche del sistema giuridico. Non senza crescenti resistenze negli ultimi anni per l'imposizione di usi e restrizioni non abituali anche nella musulmana Indonesia. (C.O.)
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