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martedì 27 ottobre 2015

Iran: appello per salvare dalla pena di morte 4 detenuti minorenni all'epoca del loro arresto

ncr-iran.org
Il regime iraniano ha condannato a morte quattro giovani detenuti nella prigione di Sanandaj, minorenni quando commisero i loro reati. La Resistenza Iraniana chiede a tutte le agenzie internazionali per i diritti umani, ed in particolare al Segretario Generale dell'Onu, all'Alto Commissario per i Diritti Umani, ai competenti inviati dell'Onu, all'Unione Europea e al Governo degli Stati Uniti, di prendere provvedimenti urgenti per impedire queste crudeli esecuzioni che violano molte leggi e trattati internazionali.

Yousef Mohammadi, 20 anni e Heeman Oraminejad, 18 anni, avevano entrambi 14 anni quando commisero i loro reati e ora sono stati condannati a morte. Siavosh Mahmoudi e Amanej Hosseini (Oveissi) arrestati a 17 anni, rischiano anche loro di essere impiccati. Un altro giovane, di nome Kiomars Nasseiri, detenuto anch'egli nella prigione di Sanandaj e arrestato quando era ancora minorenne, viene minacciato di essere condannato a morte.

Amnesty International ha detto che con l'esecuzione di due detenuti (Fatemeh Salbehi e Samad Zahabi), che avevano meno di 18 anni quando commisero i loro reati "ci si è fatti beffe della giustizia minorile". AI ha aggiunto: "L'utilizzo della pena di morte è crudele, disumano e degradante in qualunque circostanza, ma è assolutamente rivoltante quando viene inflitta come pena per un crimine commesso da una persona minore di 18 anni".

Anche il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon ha espresso la sua "profonda tristezza", il 19 Ottobre 2015, per l'esecuzione di due detenuti minorenni ordinata dal regime iraniano. Il comunicato del Unsg precisa: "Sembra che oltre 700 esecuzioni siano avvenute finora quest'anno" e le ha definite "il numero più alto registrato negli ultimi 12 anni". Ha poi chiesto al regime iraniano di stabilire una moratoria sulle esecuzioni in previsione di abolire del tutto la pena di morte. Ma il regime iraniano, che costantemente aumenta la catastrofica portata della repressione per creare un clima di terrore soprattutto verso i giovani, è incapace di fermare o persino di attenuare questa ondata di repressione ed in particolare il numero delle esecuzioni che mirano a contrastare le sempre maggiori proteste e la rabbia del popolo. In risposta alla condanna mondiale per le vergognose e sistematiche violazioni dei diritti umani in Iran, il capo della magistratura del regime, Sadeq Larijani, ha dichiarato: "Noi non abbandoneremo mai la legge della Sharia. La questione dei valori islamici riguarda la qualità del governo delle nazioni e gli altri non hanno alcun diritto di intervenire". E tutto questo nonostante il regime iraniano abbia sottoscritto i patti internazionali, come la Convenzione sui Diritti del Bambino, che vietano l'esecuzione di minorenni.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

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