In 50 in una cella da 20, con un lavabo ogni 900 persone e un bagno ogni 120: vivono così centinaia di migranti "irregolari" dell'Etiopia, arrestati sulla via del Sudafrica e trattenuti ora nelle carceri del Malawi, perchè questo piccolo paese non ha o non vuole stanziare i soldi per rimpatriarli.
La vicenda è stata denunciata da alcune Ong e fonti di stampa concordanti. Un reportage rilanciato dal quotidiano sudafricano "Mail & Guardian" riferisce di 29 migranti, tra i quali diversi minorenni, detenuti nel penitenziario di Dezda. Hanno scontato la pena a sei mesi di prigione per ingresso illegale nel paese e pagato una multa di oltre 60 dollari, ma restano in carcere.
Drammi simili 60 chilometri più a nord, nella capitale Lilongwe, dove l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e Medici senza frontiere (Msf) assistono 317 etiopici. Finiti in un carcere che potrebbe ospitare 800 detenuti ma che ne trattiene invece 2650.
Drammi simili 60 chilometri più a nord, nella capitale Lilongwe, dove l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e Medici senza frontiere (Msf) assistono 317 etiopici. Finiti in un carcere che potrebbe ospitare 800 detenuti ma che ne trattiene invece 2650.
L'Oim ha calcolato che il rimpatrio dei 317 migranti costerebbe 200.000 dollari. Nel reportage ci sono diverse interviste. Eyasu Tadiya, 15 anni, dice di non voler più "soffrire" e di desiderare solo di "tornare a casa". Aleme, 41, spiega perchè aveva deciso di partire: "Con i guadagni di due o tre anni di lavoro in Sudafrica riesco a mettere da parte i soldi per acquistare una casa. In Etiopia anche se lavori 20 anni non puoi comprare nulla".
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