ANSA
Il naufragio che "costò la vita a un numero spaventoso di persone migranti, superiore persino ai 366 corpi recuperati in mare, è una ferita drammaticamente aperta"
Il naufragio che "costò la vita a un numero spaventoso di persone migranti, superiore persino ai 366 corpi recuperati in mare, è una ferita drammaticamente aperta"
"Lampedusa può diventare il simbolo di una riscossa dell'Europa, dopo essere stata a lungo la frontiera della speranza e della solidarietà". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini, in occasione della "Seconda Giornata della Memoria e dell'Accoglienza" in ricordo del naufragio di migranti del 3 ottobre 2013 a largo di Lampedusa.
Il naufragio che "costò la vita a un numero spaventoso di persone migranti, superiore persino ai 366 corpi recuperati in mare - è una ferita drammaticamente aperta, un simbolo di umanità tradita, un grido che ancora scuote il nostro Paese e l'Europa intera. Fummo posti di fronte alla vergogna di una strage immensa, che non si riuscì a evitare e che, anzi, in troppi nel nostro civilissimo continente osservarono con distacco, se non addirittura con indifferenza" scrive il Capo dello Stato ricordando tuttavia i generosi soccorsi della popolazione di Lampedusa.
Anche per questo, "la strage di Lampedusa segnò una svolta. Proprio nelle coscienze, prima ancora che nelle politiche. Oggi avvertiamo una maggiore consapevolezza sia nelle opinioni pubbliche sia nei governi europei. Soltanto due anni fa era difficile sostenere che l'immigrazione e l'asilo per i rifugiati sono questioni pienamente europee e devono essere affrontate dall'Unione nel suo insieme" sostiene il Presidente secondo il quale "ora, dopo migliaia di vite umane spezzate, dopo tanta disperazione, speriamo si apra finalmente il capitolo di una responsabilità condivisa, di una politica lungimirante e rispettosa della dignità dell'uomo, di un contrasto efficace e comune alle mafie dei trafficanti".
Il naufragio che "costò la vita a un numero spaventoso di persone migranti, superiore persino ai 366 corpi recuperati in mare - è una ferita drammaticamente aperta, un simbolo di umanità tradita, un grido che ancora scuote il nostro Paese e l'Europa intera. Fummo posti di fronte alla vergogna di una strage immensa, che non si riuscì a evitare e che, anzi, in troppi nel nostro civilissimo continente osservarono con distacco, se non addirittura con indifferenza" scrive il Capo dello Stato ricordando tuttavia i generosi soccorsi della popolazione di Lampedusa.
Anche per questo, "la strage di Lampedusa segnò una svolta. Proprio nelle coscienze, prima ancora che nelle politiche. Oggi avvertiamo una maggiore consapevolezza sia nelle opinioni pubbliche sia nei governi europei. Soltanto due anni fa era difficile sostenere che l'immigrazione e l'asilo per i rifugiati sono questioni pienamente europee e devono essere affrontate dall'Unione nel suo insieme" sostiene il Presidente secondo il quale "ora, dopo migliaia di vite umane spezzate, dopo tanta disperazione, speriamo si apra finalmente il capitolo di una responsabilità condivisa, di una politica lungimirante e rispettosa della dignità dell'uomo, di un contrasto efficace e comune alle mafie dei trafficanti".
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