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New York – Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha condannato l’esecuzione in Iran di due minorenni la scorsa settimana, esprimendo preoccupazione per l’aumento delle esecuzioni nella Repubblica Islamica.
“(Ban) è profondamente rattristato dalla notizia dell’esecuzione di due minorenni la scorsa settimana in Iran”, ha detto l’ufficio stampa di Ban in un comunicato, aggiungendo che Teheran ha ratificato sia il Patto internazionale sui diritti civili e politici che la Convenzione sui diritti del Fanciullo, che vietano la pena di morte per chiunque non abbia ancora diciotto anni. La nota descrive Ban come preoccupato che le esecuzioni della scorsa settimana “riflettano una inquietante tendenza in Iran.” “Sono oltre 700 le esecuzioni segnalate finora quest’anno, di cui almeno 40 pubbliche, che rappresentano il totale più alto registrato negli ultimi 12 anni”, ha detto.
L’ONU ha precisato che la maggior parte delle condanne a morte imposte in Iran riguardano reati legati alla droga – crimini che non rientrano tra i “reati più gravi”, come richiesto dal diritto internazionale. Il comunicato ha aggiunto che Ban esorta l’Iran a introdurre una moratoria sulla pena di morte per poi abolirla. Gli attivisti sostengono che la situazione legata ai diritti umani in Iran dovrebbe restare sotto osservazione dopo l’accordo del 14 luglio con le potenze mondiali, in base al quale Teheran vedrà la fine delle sanzioni economiche in cambio di controlli sul suo programma nucleare. L’organizzazione Human Rights Watch sottolinea che, nonostante l’elezione in Iran nel 2013 del presidente Hassan Rouhani, un pragmatico favorevole a più collaborazione con l’Occidente, non vi sia stato nel Paese alcun significativo miglioramento nel campo dei diritti umani.
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