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lunedì 26 ottobre 2015

Turchia - Pugno duro su Gezi Park, 244 manifestanti condannati. Pene per medici che curarono feriti

ANSAmed
Istanbul - Una raffica di condanne per i manifestanti di Gezi Park alla vigilia delle elezioni anticipate in Turchia. Quasi due anni e mezzo dopo l'esplosione delle proteste contro la distruzione dell'area verde di piazza Taksim a Istanbul, trasformatesi poi in rivolta contro il governo allora guidato da Recep Tayyip Erdogan, la condanna di massa di 244 persone piomba sulla campagna elettorale lampo per il voto del primo novembre. 


Nel maxi-processo che vedeva imputati un totale di 255 manifestanti, tra cui 7 stranieri, un tribunale di Istanbul ha inflitto pene che variano da 2 mesi e mezzo a 1 anno 2 mesi e 16 giorni, tutte per reati legati alle proteste di Gezi Park. 

Una sentenza che ha risparmiato solo 7 attivisti, mentre la posizione di altri 4 è stata stralciata. I reati contestati vanno dal danneggiamento della proprietà pubblica alla partecipazione a manifestazioni non autorizzate, dall'interruzione di pubblico servizio alla protezione di sospetti criminali. 

Fino a una delle accuse più discusse, quella di "danneggiamento di un luogo di preghiera", per cui sono stati condannati 4 medici che avevano prestato un primo soccorso ad alcuni manifestanti feriti in una moschea del quartiere di Besiktas, non lontano da piazza Taksim. 

Un episodio che divenne simbolo della retorica usata contro le proteste dal governo Erdogan, che accusò gli imputati di aver portato e consumato alcool all'interno del luogo di preghiera. Una versione poi smentita dagli stessi imam e muezzin responsabili della moschea, che sono successivamente stati trasferiti con un provvedimento che molti osservatori giudicano punitivo. 

La decisione del tribunale arriva mentre restano ancora aperti molti dei processi contro le forze dell'ordine per la violenta repressione delle manifestazioni, in cui morirono otto persone e oltre ottomila rimasero ferite. Per settimane, milioni di dimostranti scesero in strada in tutto il Paese nella maggiore ondata di proteste vissuta negli ultimi decenni. 

Quella di Gezi Park resta insomma una ferita aperta nella società turca. Salvato finora lo spazio verde dalla distruzione, i progetti di rinnovamento urbanistico fortemente contestati a piazza Taksim e nel resto di Istanbul vanno avanti. Come gli scontri sulle politiche del governo di Ankara, considerate repressive dal popolo di Gezi e dalle opposizioni in parlamento. La sentenza di oggi giunge proprio mentre la Turchia si appresta a vivere le sue seconde elezioni politiche in 5 mesi, dopo che l'Akp di Erdogan ha perso la maggioranza parlamentare in quelle del 7 giugno. 

A fine agosto, passato senza risultati il periodo previsto per la formazione di un governo di coalizione, il presidente turco ha deciso un ritorno alle urne il cui esito sarà cruciale per il futuro del Paese. Un voto a cui i turchi giungono con la strage di Ankara ancora negli occhi e circondati da allarmi sempre più forti sulla libertà di espressione. Ora, negli ultimi giorni di campagna elettorale, anche Gezi torna al centro della scena.

di Cristoforo Spinella

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