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lunedì 23 novembre 2015

Appello vescovi Usa: dopo le stragi di Parigi non chiudere porte ai rifugiati dalla Siria

Radio Vaticana
I vescovi degli Stati Uniti chiedono di non chiudere le porte ai rifugiati siriani che cercano asilo nel Paese dopo le stragi di Parigi. Da Baltimora, dove si sono riuniti questa settimana per la loro sessione autunnale, i presuli hanno espresso ferma condanna per gli attentati e condoglianze per le vittime, ma anche preoccupazione per le reazioni di alcuni esponenti politici che hanno chiesto la chiusura delle frontiere ai rifugiati dalla Siria, dopo la notizia del ritrovamento di un passaporto siriano accanto al corpo di uno degli attentatori.

I rifugiati siriani fuggono essi stessi dal terrorismo dell’Is
“Questi rifugiati fuggono essi stessi dal terrorismo e dalla medesima violenza che ha colpito Parigi”, ha dichiarato a nome della Conferenza episcopale Usa il presidente della Commissione episcopale per i migranti, mons. Eusebio Elizondo. “Si tratta di famiglie estremamente vulnerabili, di donne e bambini che partono per salvare le proprie vite. Non possiamo e non dobbiamo considerarli colpevoli per gli atti di un’organizzazione terroristica”.

Non fare di tutti i rifugiati un capro espiatorio
Nella dichiarazione mons. Elizondo ricorda che le procedure per entrare negli Stati Uniti sono già molto rigide e complesse e che si possono eventualmente prevedere misure aggiuntive, ma non rifiutare l’accoglienza a queste persone in difficoltà. Di qui l’invito alle autorità ad “intervenire per porre fine pacificamente al conflitto siriano e perché i quattro milioni di rifugiati possano fare rientro nel loro Paese e ricostruire le loro case”, invece “di usare questa tragedia per fare di tutti i rifugiati un capro espiatorio”. Una “grande nazione” come gli Stati Uniti, conclude quindi la nota, deve “dare prova di leadership per condurre altri Stati a proteggere persone in pericolo e mettere fine ai conflitti in Medio Oriente”.

Rifiutare di accogliere lo straniero aiuta i nostri nemici
Dello stesso tenore le considerazioni esposte in un post del Catholic Relief Services (Crs), l’agenzia caritativa dei vescovi per gli aiuti ai Paesi d’oltre-mare, che spiega in cinque punti le ragioni per non “punire” i rifugiati siriani per gli attacchi di Parigi. “Anche se le preoccupazioni per la sicurezza sono legittime – si legge, tra l’altro, nel post – i leader e i politici devono capire che rifiutare di accogliere lo straniero e non lavorare insieme per la soluzione della crisi dei rifugiati serve solo ad aiutare i nostri nemici”. (L.Z.)

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