L’ISTAT ha diffuso un mese fa una serie di dati sull’immigrazione in Italia relativi al 2014, che mostrano come il numero di stranieri arrivati e rimasti sia in calo costante dal 2007, cioè da prima dell’inizio della crisi economica (anche se la crescita del PIL in Italia era già allora stagnante o quasi da molto tempo).
Nel 2014 le immigrazioni sono scese del 9,7 per cento rispetto al 2013 e addirittura del 47,3 per cento rispetto al 2007, l’anno dell’allargamento dell’UE a Romania e Bulgaria. Si parla in totale, per il 2014, di 278 mila iscrizioni in anagrafe di persone che arrivano dall’estero, di cui l’89,5 per cento riguarda cittadini stranieri. Le stime sul numero complessivo di immigrati irregolari che vivono in Italia invece variano molto, per l’inevitabile difficoltà nel valutare con una buona approssimazione il fenomeno. Uno dei calcoli più attendibili sulle persone che dimorano illegalmente in Italia ha stimato la presenza in tutto di circa 300 mila immigrati non regolari.
L’Espresso ha scritto del calo degli immigrati stranieri che arrivano in Italia, fornendo anche una serie di grafici. L’Italia si è sempre considerata particolarmente coinvolta dal fenomeno dell’immigrazione, soprattutto per via della sua presenza al centro del Mediterraneo, ma i dati dicono che si tratta di un punto di vista fuorviante: l’Italia – come la Grecia – è molto coinvolta dal fenomeno dell’immigrazione via mare, che rappresenta però una minima parte dei viaggi di stranieri verso l’Italia stessa e l’Unione Europea. Inoltre la stessa immigrazione via terra, rispetto al resto d’Europa, lambisce appena l’Italia: come hanno dimostrato poi i fatti di quest’estate, la gran parte dei migranti che arriva in Italia non vuole restarci, bensì spostarsi verso paesi che possono offrire loro condizioni di vita e opportunità migliori.
Ci siamo sentiti raccontare che sciamavano come cavallette, ci invadevano – che dovevamo aver paura. Il racconto delle migrazioni è stato ed è questo, in Italia. Ma al di là dei proclami c’è qualche numero di cui tenere conto. Per scoprire che la storia non va esattamente così.
E in effetti proprio pochi giorni fa Istat ha pubblicato nuovi dati, dai quali risulta che il 2014 è stato l’anno con il minor numero di immigrati sin dal 2007. Ad arrivare nel nostro Paese, allora, erano stati circa mezzo milione, mentre oggi sono grosso modo la metà. Il flusso di persone che arrivano in Italia ha cominciato a ridursi proprio in concomitanza con l’inizio della crisi economica, e da allora non è mai tornato ai livelli precedenti – al contrario. Con l’eccezione di un piccolo rimbalzo nel 2010, è dal 2007 che decidere di stabilirsi nel nostro paese diventa sempre più raro, anno dopo anno.
L’Espresso ha scritto del calo degli immigrati stranieri che arrivano in Italia, fornendo anche una serie di grafici. L’Italia si è sempre considerata particolarmente coinvolta dal fenomeno dell’immigrazione, soprattutto per via della sua presenza al centro del Mediterraneo, ma i dati dicono che si tratta di un punto di vista fuorviante: l’Italia – come la Grecia – è molto coinvolta dal fenomeno dell’immigrazione via mare, che rappresenta però una minima parte dei viaggi di stranieri verso l’Italia stessa e l’Unione Europea. Inoltre la stessa immigrazione via terra, rispetto al resto d’Europa, lambisce appena l’Italia: come hanno dimostrato poi i fatti di quest’estate, la gran parte dei migranti che arriva in Italia non vuole restarci, bensì spostarsi verso paesi che possono offrire loro condizioni di vita e opportunità migliori.
Ci siamo sentiti raccontare che sciamavano come cavallette, ci invadevano – che dovevamo aver paura. Il racconto delle migrazioni è stato ed è questo, in Italia. Ma al di là dei proclami c’è qualche numero di cui tenere conto. Per scoprire che la storia non va esattamente così.
E in effetti proprio pochi giorni fa Istat ha pubblicato nuovi dati, dai quali risulta che il 2014 è stato l’anno con il minor numero di immigrati sin dal 2007. Ad arrivare nel nostro Paese, allora, erano stati circa mezzo milione, mentre oggi sono grosso modo la metà. Il flusso di persone che arrivano in Italia ha cominciato a ridursi proprio in concomitanza con l’inizio della crisi economica, e da allora non è mai tornato ai livelli precedenti – al contrario. Con l’eccezione di un piccolo rimbalzo nel 2010, è dal 2007 che decidere di stabilirsi nel nostro paese diventa sempre più raro, anno dopo anno.
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