Ginevra - La preoccupazione è forte. Il pensiero va tutte quelle 12 mila persone che stanno cerando di abbandonare la Siria e che si trovano in precarie condizioni lungo il confine giordano, in aree remote nel nord est del paese. «Tra loro ci sono anche feriti, bambini, donne e altre categorie vulnerabili in situazioni di bisogno» ha detto Melissa Fleming, portavoce dell’Unhcr.
A sollevare l’attenzione è proprio l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, secondo il quale «la situazione umanitaria sta peggiorando». L’Unhcr ha richiesto al governo di Amman di permettere il loro ingresso, dando priorità alle persone più vulnerabili. Circa 11 mila persone si trovano a Rukban (8 chilometri a ovest del punto di incontro dei confini tra Iraq, Siria e Giordania) e altre mille a Hadalat (90 chilometri pià a ovest).
Secondo la Fleming, a causa dell’intensificarsi del conflitto, nel mese di novembre il numero dei siriani che si è ammassato in queste aree è cresciuto rapidamente da 4 mila persone ai 12 mila presenti attualmente. L’80% arriva in Europa via mare da Siria, Afghanistan, Libia, Eritrea. «In Italia sono più gli eritrei, perché l’afflusso dei siriani passa attraverso la Grecia», ha detto la portavoce.
di Eugenio Terrani
Secondo la Fleming, a causa dell’intensificarsi del conflitto, nel mese di novembre il numero dei siriani che si è ammassato in queste aree è cresciuto rapidamente da 4 mila persone ai 12 mila presenti attualmente. L’80% arriva in Europa via mare da Siria, Afghanistan, Libia, Eritrea. «In Italia sono più gli eritrei, perché l’afflusso dei siriani passa attraverso la Grecia», ha detto la portavoce.
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