New York - Gravi abusi e violazioni dei diritti umani sono stati commessi in Sud Sudan da tutte le parti in conflitto. E’ quanto emerge da un rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, secondo cui nel paese sono state compiute esecuzioni extra-giudiziali, violenze sessuali, reclutamenti forzati e attacchi indiscriminati contro i civili a partire da dicembre 2013.
Nel paese, prosegue il rapporto, stilato con la collaborazione della missione Onu in Somalia (Unmiss), vi sono solo pochi posti sicuri, in quanto la parti in conflitto “hanno attaccato di proposito anche ospedali e basi Onu”.
Dalla metà del 2015, si legge nello studio, gli attacchi ai civili sono aumentati, soprattutto nello Stato di Unità, nel nord del paese, “dove numerosi villaggi sono stati rasi al suolo e interi raccolti rasi al suolo”.
Secondo fonti citate dal rapporto, gli attacchi sarebbero attribuibili al Movimento di liberazione del popolo del Sudan (Spla), che punta a privare la popolazione locale dei propri mezzi di sostentamento al fine di forzarne l'esodo. Il rapporto documenta inoltre almeno 280 casi di violenze sessuali e un aumento esponenziale del reclutamento di minori nel mese di dicembre 2015
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