Fine calvario dopo quattro inverni in tende e baracche in Libano
Beirut- "Libertà, libertà, libertà!": andare in Italia significa raggiungere l'agognata libertà per decine di profughi siriani da anni intrappolati in Libano.
Gridano in italiano una parola imparata da poco mentre si recano a Beirut per lasciare le impronte digitali e in attesa di ricevere l'autorizzazione finale per poter partire per l'Italia.
Il loro insediamento tra Trento, Reggio Emilia, Torino e Roma si svolgerà nelle prossime settimane nel quadro di un accordo raggiunto tra il governo italiano, la Comunità di Sant'Egidio e la Federazione delle Chiese Evangeliche.
Il percorso di oltre 60 siriani, tra cui numerose donne e bambini, si concluderà a breve e metterà fine al calvario iniziato da una dozzina di famiglie nel 2012 colpite dalla sanguinosa repressione del regime di Damasco delle proteste anti-governative scoppiate nel 2011. Come moltissimi di oltre un milione di profughi siriani presenti in Libano, le 13 famiglie sopravvivono da più di tre anni in tende e baracche di legno nel nord del Paese, tra il porto di Tripoli e il confine siriano.
Come moltissimi loro concittadini in fuga dalla guerra, hanno passato all'addiaccio quattro lunghi e pesanti inverni, aiutati in parte da organizzazioni internazionali e locali. Prima di fuggire nel 2012 da Homs, le 64 persone abitavano in appartamenti residenziali alla periferia di Homs, quella che fino a pochi anni fa era la terza città del paese e il principale polo industriale della Siria pre-guerra.
Grazie al costante lavoro di sostegno alle famiglie e di sensibilizzazione della loro situazione svolto dai volontari di Operazione Colomba Corpo Civile di Pace dell'Associazione Papa Giovani 23/mo, la storia disperata dei profughi del campo di Tel Abbas è stata di recente presa in carico da Sant'Egidio e dalle Chiese Evangeliche.
Proprio Sant'Egidio ha trovato nei mesi scorsi un accordo con il governo italiano per la concessione di centinaia di visti per profughi siriani in Libano, tra cui i 64 musulmani di Tel Abbas. Dopo aver ottenuto il via libera da parte delle autorità di Roma si attende adesso l'ultima autorizzazione dalla sicurezza libanese.
E la partenza dall'aeroporto di Beirut potrebbe avvenire già alla fine di febbraio. Una volta in Italia, 29 famiglie saranno ospitate da altrettante famiglie di Trento sostenute dalla Diocesi locale e dalla Provincia Autonoma. La Caritas faciliterà l'inserimento di 12 famiglie a Reggio Emilia, mentre 22 famiglie saranno ospitate a Torino grazie alla mediazione dell'associazione Migrantes.
La Comunità delle Chiese Evangeliche ha aggiunto alla lista dei 64 altre 20 persone, appartenenti alla comunità cristiana siriana. "Non sono un profugo", afferma Yahiya, uno dei siriani in attesa di partire per Roma. "Sono un essere umano. E per vivere ho bisogno di umanità. Qui in Libano non c'è. E in Italia? Speriamo…"
Lorenzo Trombetta
Lorenzo Trombetta
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