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venerdì 25 marzo 2016

Papa Francesco lava i piedi ai rifugiati: «Siamo fratelli e vogliamo vivere in pace»

Avvenire
«Adesso vi saluterei uno a uno, di tutto cuore; vi ringrazio di questo… E soltanto ricordiamoci e facciamo vedere che è bello vivere insieme come fratelli, con culture, religioni e tradizioni differenti: ma siamo tutti fratelli. E questo ha un nome: pace e amore. Grazie!». 

È con queste parole che Papa Francesco ha concluso la Messa in Coena Domini celebrata nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Castelnuovo di Porto, liturgia durante la quale ha lavato i piedi a dodici ospiti, tre dei quali islamici.

Parole che sintetizzano il significato della scelta di svolgere liturgia del Giovedì Santo in un luogo dove la maggioranza degli ospiti non sono cristiani, ma musulmani. Scelta che pur essendo stata decisa diverso tempo fa, ha assunto un valore del tutto particolare dopo gli attacchi terroristici di Bruxelles.

Nella breve e intensa omelia il Pontefice ha approfondito il senso della sua scelta. «I gesti parlano più delle immagini e delle parole», ha detto, spiegando come nella Parola di Dio appena proclamata ci fossero «due gesti». Il primo «Gesù che serve, che lava i piedi … Lui, che era il 'capo', lava i piedi agli altri, ai suoi, ai più piccoli». Un gesto. Il secondo «Giuda che va dai nemici di Gesù, da quelli che non vogliono la pace con Gesù, a prendere il denaro con il quale lo ha tradito, le 30 monete».

«Anche oggi, qui, ci sono due gesti», ha quindi aggiunto Papa Francesco. Il primo è che «tutti» i presenti, «musulmani, indù, cattolici, copti, evangelici ma fratelli, figli dello stesso Dio» hanno il desiderio di «vivere in pace, integrati». 


Ma a questo gesto, ha aggiunto riferendosi agli attacchi terroristici di Bruxelles, si contrappone quello di «tre giorni fa», un gesto «di guerra, di distruzione in una città dell’Europa, di gente che non vuole vivere in pace». «Ma dietro a quel gesto, come dietro a Giuda, - ha proseguito - c’erano altri». Infatti «dietro a Giuda c’erano quelli che hanno dato il denaro perché Gesù fosse consegnato». Mentre «dietro 'quel' gesto» che ha segnato la capitale belga, «ci sono i fabbricanti, i trafficanti di armi che vogliono il sangue, non la pace; che vogliono la guerra, non la fratellanza».

E dopo aver pronunciato queste parole il Pontefice ha lavato i piedi a dodici ospiti del Cara. Quattro cattolici nigeriani e una italiana, tre donne ortodosse copte, tre musulmani e un indù. Due donne avevano in braccio il figlioletto. Papa Francesco ha lavato e baciato i piedi di ciascuno. Il gesto è stato seguito con grande attenzione, rispetto e commozione da parte tutti i presenti.

Alla cerimonia hanno partecipato anche due imam: l’egiziano Sali Salem della moschea della Magliana e Ihab Abu Muammar di quella del Cara.

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