Londra - Almeno 21 cristiani sono stati trucidati dai jihadisti del Daesh ad al-Qaryatayn, in Siria, prima che la cittadina fosse liberata e ripresa in questi giorni dalle forze di Damasco col sostegno dell'aviazione russa. Lo ha svelato alla Bbc il patriarca della Chiesa ortodossa siriaca, Ignazio Aphrem II: alcuni risultano essere stati uccisi mentre tentavano la fuga, altri martirizzati per essersi rifiutati di assoggettarsi e convertirsi all'Islam.
I resti del vecchio monastero di Mar Elian distrutto dall'Isis a Qaryatain |
Secondo il patriarca, ad al-Qaryatayn - occupata da Daesh fin dall'agosto 2015 - erano rimasti circa 300 cristiani, subito presi di mira dai jihadisti. Una parte e' riuscita a scappare, altri sono morti nel tentativo e altri ancora - ha aggiunto l'ecclesiastico sulla base di testimonianze dirette raccolte sul posto - sono stati assassinati per aver rifiutato di accettare la conversione forzata o di sottostare alle regole imposte dai seguaci dal Daesh per i cosiddetti "contratti dei dhimmi", che impongono restrizioni e richiedono loro di pagare una tassa in cambio di 'protezione'.
Fra le vittime si contano almeno tre donne, ha riferito ancora il patriarca, denunciando come i jihadisti avessero pianificato di vendere le ragazze cristiane superstiti quali "schiave". Altri correligionari sono per ora considerati dispersi, ma si teme siano a loro volta morti. Al-Qaryatayn ha subito in questi mesi pesanti devastazioni. La fonte citata dalla Bbc ha confermato fra l'altro che un monastero cristiano antico di 1.500 anni e' stato ridotto in macerie.
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