Chiuso il corridoio balcanico grazie anche all'accordo con la Turchia, il numero dei migranti che sbarcano in Sicilia è raddoppiato rispetto al 2015: 24mila nei primi tre mesi del 2016, erano 12mila nello stesso periodo dell'anno scorso.
A moltiplicare il flusso di profughi verso le nostre coste interviene un altro fattore, l'instabilità della Libia: il generale Onu Paolo Serra nei giorni scorsi ha dichiarato che un milione di persone sarebbero pronte a partire dall'ex paese di Gheddafi a causa della profondissima crisi economica.
Tuttavia per il sindacato di polizia Silp non è il caso di drammatizzare lanciando l'allarme di una nuova "invasione", specialmente perché i dati del Viminale indicano che i reati commessi dagli stranieri in Italia sono in drastica diminuzione e questo è vero in particolare per le etnie maggiormente rappresentate sui barconi diretti verso l'Italia, e cioè eritrei, nigeriani e sudanesi.
"Dobbiamo sfatare il mito dello straniero delinquente e terrorista", dice all'HuffPost il segretario generale Silp-Cgil Daniele Tissone. "Se analizziamo l'andamento della delittuosità delle persone sbarcate nel 2015 dobbiamo registrare un calo complessivo dei reati denunciati a loro carico, con punte anche del 40%. Il terrorismo non è nemmeno contemplato nell'elenco dei crimini commessi".
I reati compiuti con più frequenza dai migranti che arrivano via mare e dai richiedenti asilo, aggiunge Tissone, sono di tipo predatorio: furti e rapine "spesso motivati dalla fame e dall'estremo bisogno nel quale sono costretti a vivere" e questo riguarda le cinque prime nazionalità degli sbarcati - eritrei, nigeriani, somali, sudanesi e gambiani. "Sarebbe però sbagliato attribuire un pericolo di stampo terrorista o criminale a queste persone", dice ancora il segretario generale Silp, "in Italia non abbiamo periferie-ghetto come in Francia e l'accoglienza è migliore".
I dati scorporati del Viminale sui tassi di criminalità degli stranieri tra il 2013 e il 2015 sono chiarissimi. Gli eritrei, il gruppo più numeroso tra coloro che l'anno scorso hanno scelto di attraversare il Mediterraneo per approdare in Italia (oltre 39mila), presentano un carico di denunce più leggero del 58,9% rispetto al 2014, quando erano invece i siriani la nazionalità più rappresentata con oltre 42 mila arrivi. I nigeriani fanno salire il conteggio di furti e rapine ma in generale registrano un calo del 5,8% delle querele presentate nei loro confronti. Anche le persone che giungono dalla Siria, spesso sospettate di far parte dell'Isis, hanno visto scendere del 39,5% il numero di denunce a loro carico.
Cosa accadrà nel 2016? Per Tissone "c'è naturalmente preoccupazione ma siamo pronti come sempre ad accogliere i migranti". Le criticità non mancano ma non riguardano il comportamento dei richiedenti asilo e dei migranti che mettono piede in Italia. "Ora che abbiamo aperto gli hotspot chiesti dall'Europa, rimane il fatto che per la stessa Costituzione non possiamo forzare queste persone all'identificazione. Ma questo è un problema che va risolto politicamente".
La seconda preoccupazione riguarda la minaccia di chiusura del Brennero, che potrebbe mandare in tilt strade e le stazioni ferroviarie al confine con l'Austria. La decisione di Vienna è per il Viminale una grana ben peggiore dei numeri di migranti pronti a sbarcare sulle nostre coste.
Tuttavia per il sindacato di polizia Silp non è il caso di drammatizzare lanciando l'allarme di una nuova "invasione", specialmente perché i dati del Viminale indicano che i reati commessi dagli stranieri in Italia sono in drastica diminuzione e questo è vero in particolare per le etnie maggiormente rappresentate sui barconi diretti verso l'Italia, e cioè eritrei, nigeriani e sudanesi.
"Dobbiamo sfatare il mito dello straniero delinquente e terrorista", dice all'HuffPost il segretario generale Silp-Cgil Daniele Tissone. "Se analizziamo l'andamento della delittuosità delle persone sbarcate nel 2015 dobbiamo registrare un calo complessivo dei reati denunciati a loro carico, con punte anche del 40%. Il terrorismo non è nemmeno contemplato nell'elenco dei crimini commessi".
I reati compiuti con più frequenza dai migranti che arrivano via mare e dai richiedenti asilo, aggiunge Tissone, sono di tipo predatorio: furti e rapine "spesso motivati dalla fame e dall'estremo bisogno nel quale sono costretti a vivere" e questo riguarda le cinque prime nazionalità degli sbarcati - eritrei, nigeriani, somali, sudanesi e gambiani. "Sarebbe però sbagliato attribuire un pericolo di stampo terrorista o criminale a queste persone", dice ancora il segretario generale Silp, "in Italia non abbiamo periferie-ghetto come in Francia e l'accoglienza è migliore".
I dati scorporati del Viminale sui tassi di criminalità degli stranieri tra il 2013 e il 2015 sono chiarissimi. Gli eritrei, il gruppo più numeroso tra coloro che l'anno scorso hanno scelto di attraversare il Mediterraneo per approdare in Italia (oltre 39mila), presentano un carico di denunce più leggero del 58,9% rispetto al 2014, quando erano invece i siriani la nazionalità più rappresentata con oltre 42 mila arrivi. I nigeriani fanno salire il conteggio di furti e rapine ma in generale registrano un calo del 5,8% delle querele presentate nei loro confronti. Anche le persone che giungono dalla Siria, spesso sospettate di far parte dell'Isis, hanno visto scendere del 39,5% il numero di denunce a loro carico.
"I reati più frequenti sono legati alla povertà", commenta Tissone, "e non bisogna dimenticare che migliaia di richiedenti asilo vengono sfruttati dagli italiani come manodopera in nera al confine dello schiavismo".Il 2014 è stato l'anno con il maggior numero di sbarchi mai registrato: 170mila persone contro le 43mila dell'anno prima. La guerra in Siria era già esplosa e difatti la nazionalità più rappresentata è stata quella siriana sia nel 2013 che nel 2014. Poi quei profughi hanno trovato più comoda e sicura la strada che passa dalla Turchia alla Grecia, perciò nel 2015 il numero di siriani sbarcati in Sicilia si è drasticamente rimpicciolito.
Cosa accadrà nel 2016? Per Tissone "c'è naturalmente preoccupazione ma siamo pronti come sempre ad accogliere i migranti". Le criticità non mancano ma non riguardano il comportamento dei richiedenti asilo e dei migranti che mettono piede in Italia. "Ora che abbiamo aperto gli hotspot chiesti dall'Europa, rimane il fatto che per la stessa Costituzione non possiamo forzare queste persone all'identificazione. Ma questo è un problema che va risolto politicamente".
La seconda preoccupazione riguarda la minaccia di chiusura del Brennero, che potrebbe mandare in tilt strade e le stazioni ferroviarie al confine con l'Austria. La decisione di Vienna è per il Viminale una grana ben peggiore dei numeri di migranti pronti a sbarcare sulle nostre coste.
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