La rabbia dei detenuti nello Stato di Cearà è esplosa nel fine settimana, quando uno sciopero della polizia penitenziaria ha fatto sì che venissero annullate le visite. Gravi danni alle strutture
San Paolo - Almeno 14 persone hanno perso la vita nelle rivolte scoppiate in quattro prigioni dello Stato brasiliano di Cearà durante il fine settimana, in coincidenza con uno sciopero delle guardie penitenziarie.
L'improvvisa astensione dal lavoro degli addetti alla sorveglianza, che protestavano per la decisione dell'amministrazione di rateizzare il pagamento di spettanze arretrate, ha provocato la cancellazione delle visite e questo ha fatto esplodere la rabbia dei detenuti in almeno quattro penitenziari del piccolo Stato del Nordest. Le autorità hanno riferito di regolamenti di conti tra reclusi e di ingenti danni alle strutture. Le forze di sicurezza hanno ripreso il controllo dei penitenziari, i vigili del fuoco hanno spento i focolai di incendio appiccati dai detenuti e gli assistenti sociali sono stati chiamati ad aiutare i familiari delle vittime.
La procura ha intanto definito illegittimo lo sciopero e ha annunciato che riterrà responsabile l'amministrazione carceraria dello stato per gli omicidi, i danni e tutti gli altri eventuali reati compiuti durante le rivolte.
Le prigioni di Cearà, come la maggior parte di quelle degli altri Stati brasiliani, sono sovraffollate e il sindacato delle guardie carcerarie (Sindasp) chiede da anni un aumento del personale. Il presidente del Sindasp di Cearà, Valdemiro Barbosa, ha denunciato che nei penintenziari "regna un clima di disordine e instabilità".
L'improvvisa astensione dal lavoro degli addetti alla sorveglianza, che protestavano per la decisione dell'amministrazione di rateizzare il pagamento di spettanze arretrate, ha provocato la cancellazione delle visite e questo ha fatto esplodere la rabbia dei detenuti in almeno quattro penitenziari del piccolo Stato del Nordest. Le autorità hanno riferito di regolamenti di conti tra reclusi e di ingenti danni alle strutture. Le forze di sicurezza hanno ripreso il controllo dei penitenziari, i vigili del fuoco hanno spento i focolai di incendio appiccati dai detenuti e gli assistenti sociali sono stati chiamati ad aiutare i familiari delle vittime.
La procura ha intanto definito illegittimo lo sciopero e ha annunciato che riterrà responsabile l'amministrazione carceraria dello stato per gli omicidi, i danni e tutti gli altri eventuali reati compiuti durante le rivolte.
Le prigioni di Cearà, come la maggior parte di quelle degli altri Stati brasiliani, sono sovraffollate e il sindacato delle guardie carcerarie (Sindasp) chiede da anni un aumento del personale. Il presidente del Sindasp di Cearà, Valdemiro Barbosa, ha denunciato che nei penintenziari "regna un clima di disordine e instabilità".
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