Colombia, liberati 3 giornalisti sequestrati dall’Eln La giornalista spagnola Salud Hernandez-Mora, corrispondente del quotidiano spagnolo El Mundo in Colombia, è stata liberata dalle milizie dell'Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), che l'avevano sequestrata una settimana fa.
Mentre il reporter Diego D'Pablos e il cameraman Carlos Melo, entrambi dipendenti dell'emittente colombiana Rcn, sequestrati all'inizio della settimana scorsa, sono invece stati liberati poche ore dopo.
I due hanno riferito di esser stati trattati bene. La cronista spagnola Salud Hernandez-Mora, subito dopo essere liberata, ha rilasciato un’intervista al giornale El Tiempo, raccontando i sei giorni vissuti nella giungla amazzonica. "Il mio è stato un sequestro di persona e l'Eln mi ha ingannata: io credevo di essere lì per un'intervista". Prima di questa esperienza "non avevo contatti diretti con i miliziani.
Qualcuno nei giorni precedenti mi ha avvicinato dicendomi che avrei potuto parlare con i comandanti. A me è parsa subito un'opportunità interessante e ho detto 'va bene!'. E quando sono arrivata, invece, mi hanno informata che sarei rimasta con loro per qualche giorno".
Vale a dire nel folto della foresta, dove i guerriglieri trovano rifugio. La giornalista tiene a precisare che segue il conflitto della guerriglia in Colombia e a proposito dell'accordo di pace tra governo e guerriglia, non è ottimista: "il problema nella regione del Catatumbo e del comune di El Tarra in particolar modo sono le formazioni combattenti. Qui ce ne sono tre: Epl, Farc e Eln. Spesso c'è confusione sull'appartenenza dei singoli guerriglieri, ma tutte e tre fanno sentire forte la loro presenza sul territorio.
Anche quando sono arrivata in zona ho spiegato ai militanti che se a noi giornalisti non danno la possibilità di raccontare quanto accade qui, tutto viene ignorato, anche dai media nazionali". Sulle prospettive di pace soprattutto con l'Eln, la giornalista è molto critica: "Sia le Farc che l'Eln sono gruppi molto complessi.
Tra loro poi sussistono anche vari problemi, perché hanno un modo di pensare molto diverso". Secondo Hernandez quindi, "è molto difficile avviare con loro dei negoziati". Qualche critica dalla giornalista anche alla presenza militare in zona durante i giorni del suo sequestro, a suo avviso troppo poco efficace.
Al contrario, "mi piace il modo della Chiesa di gestire la consegna di una persona, tutto il resto - ha sottolineato - è uno spettacolo mediatico. Ho capito che mi avrebbero rilasciato solo quando all'ennesimo spostamento mi hanno detto che mi avrebbero portato ad una missione della Chiesa cattolica".
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