La norma riguarda le accuse di terrorismo ed almeno 138 deputati dell'Hdp, oggetto di 675 inchieste, rischiano il carcere per "sostegno al Pkk": "E' un colpo di stato". La cancelliera tedesca Merkel "preoccupata", ne parlerà lunedì a Erdogan. Un altro passo che favorisce la riforma in senso presidenziale della Costituzione e accentua il malessere del Kurdistan
Le proteste dei deputati turchi durante
il voto per l'abolizione dell'immunità
parlamentare
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Il Parlamento turco ha approvato un emendamento costituzionale, proposto dal partito di governo Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan, che rimuove l'immunità parlamentare ai deputati del partito filocurdo Hdp sotto inchiesta. La norma è stata votata a scrutinio segreto e approvata con 376 voti a favore, ottenendo il sostegno anche dell'opposizione nazionalista Mhp e di una ventina di deputati del socialdemocratico Chp. Avendo ottenuto una maggioranza superiore ai 2/3 dei seggi (367/550), non è necessario che venga ratificata da un referendum. Erdogan ha definito il voto di oggi "un momento storico".
La rimozione dell'immunità riguarda almeno 138 parlamentari, che ora rischiano l'arresto con accuse di terrorismo per sostegno al Pkk e contro i quali sono state avviate 675 inchieste. Il leader del partito filocurdo Hdp, Selahattin Demirtas è quello con più procedimenti aperti a carico, per un totale di 75.
Il disegno di legge aveva provocato forti tensioni sin dalla sua presentazione. I parlamentari dell'Hdp avevano lanciato l'allarme sul rischio di un'ulteriore stretta agli spazi di democrazia e di un escalation delle tensioni in caso di approvazione e arresto di suoi esponenti, parlando di un "progetto di un colpo di Stato" di Erdogan.
Nel 1994, l'arresto di alcuni deputati curdi aveva scatenato un'ondata di violenza nel sud-est del paese, dove dalla scorsa estate è ripreso il conflitto tra l'esercito e il Partito dei lavoratori del Kurdistan. Erdogan aveva auspicato più volte la rimozione dell'immunità per i deputati curdi, accusandoli di essere il braccio politico del Pkk.
Dalla Germania, storicamente terra di fortissima immigrazione turca, le reazioni più dure. La cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta "preoccupata" per lo stato della democrazia in Turchia e intende sollevare il caso con il presidente turco, che incontrerà lunedì prossimo a Istanbul. Lo ha reso noto il suo portavoce, Steffen Seibert, precisando che Merkel ed Erdogan dovrebbero avere un bilaterale a margine del summit umanitario mondiale delle Nazioni Unite.
"L'accresciuta polarizzazione della politica interna in Turchia ci preoccupa", ha detto Seibert, mentre il Partito socialdemocratico tedesco ha definito il voto di oggi in Parlamento "un duro colpo per la democrazia". La segretaria generale dell'Spd, Katarina Barley, ha detto che con quanto successo oggi ad Ankara "il pluralismo democratico in Turchia subirà danni duraturi". "Si tratta unicamente - ha sottolineato - del mantenimento e del consolidamento del potere del presidente Erdogan e dell'Akp".
Timori più che legittimi anche per l'enorme ricaduta politica che un'eventuale 'decimazione' della rappresentanza Hdp avrebbe sugli equilibri del parlamento. L'Akp non ha infatti i numeri per far passare la riforma costituzionale in senso presidenziale che rappresenta il primo obiettivo di Erdogan. Con l'entrata in vigore di questa norma e l'apertura di processi a carico dei parlamentari Hdp, i rapporti di forza e i numeri all'interno del parlamento turco sono destinati a cambiare, e permettere così al presidente di modificare la carta costituzionale e accentrare ulteriormente i poteri esecutivi.
L'eventuale arresto e incriminazione di parlamentari filocurdi potrebbe inoltre ricreare quel vuoto di rappresentanza che in passato ha fatto salire le tensioni nel Kurdistan turco, esacerbando una situazione che sta tornando ai livelli di guerra civile.
La rimozione dell'immunità riguarda almeno 138 parlamentari, che ora rischiano l'arresto con accuse di terrorismo per sostegno al Pkk e contro i quali sono state avviate 675 inchieste. Il leader del partito filocurdo Hdp, Selahattin Demirtas è quello con più procedimenti aperti a carico, per un totale di 75.
Il disegno di legge aveva provocato forti tensioni sin dalla sua presentazione. I parlamentari dell'Hdp avevano lanciato l'allarme sul rischio di un'ulteriore stretta agli spazi di democrazia e di un escalation delle tensioni in caso di approvazione e arresto di suoi esponenti, parlando di un "progetto di un colpo di Stato" di Erdogan.
Nel 1994, l'arresto di alcuni deputati curdi aveva scatenato un'ondata di violenza nel sud-est del paese, dove dalla scorsa estate è ripreso il conflitto tra l'esercito e il Partito dei lavoratori del Kurdistan. Erdogan aveva auspicato più volte la rimozione dell'immunità per i deputati curdi, accusandoli di essere il braccio politico del Pkk.
Dalla Germania, storicamente terra di fortissima immigrazione turca, le reazioni più dure. La cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta "preoccupata" per lo stato della democrazia in Turchia e intende sollevare il caso con il presidente turco, che incontrerà lunedì prossimo a Istanbul. Lo ha reso noto il suo portavoce, Steffen Seibert, precisando che Merkel ed Erdogan dovrebbero avere un bilaterale a margine del summit umanitario mondiale delle Nazioni Unite.
"L'accresciuta polarizzazione della politica interna in Turchia ci preoccupa", ha detto Seibert, mentre il Partito socialdemocratico tedesco ha definito il voto di oggi in Parlamento "un duro colpo per la democrazia". La segretaria generale dell'Spd, Katarina Barley, ha detto che con quanto successo oggi ad Ankara "il pluralismo democratico in Turchia subirà danni duraturi". "Si tratta unicamente - ha sottolineato - del mantenimento e del consolidamento del potere del presidente Erdogan e dell'Akp".
Timori più che legittimi anche per l'enorme ricaduta politica che un'eventuale 'decimazione' della rappresentanza Hdp avrebbe sugli equilibri del parlamento. L'Akp non ha infatti i numeri per far passare la riforma costituzionale in senso presidenziale che rappresenta il primo obiettivo di Erdogan. Con l'entrata in vigore di questa norma e l'apertura di processi a carico dei parlamentari Hdp, i rapporti di forza e i numeri all'interno del parlamento turco sono destinati a cambiare, e permettere così al presidente di modificare la carta costituzionale e accentrare ulteriormente i poteri esecutivi.
L'eventuale arresto e incriminazione di parlamentari filocurdi potrebbe inoltre ricreare quel vuoto di rappresentanza che in passato ha fatto salire le tensioni nel Kurdistan turco, esacerbando una situazione che sta tornando ai livelli di guerra civile.
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