Appello di pace “Change you city, Change Europe!”
Noi giovani europei, provenienti da Italia, Belgio, Spagna, Portogallo, Germania, Francia, Olanda, Svizzera e Gran Bretagna, ci siamo ritrovati qui a Parigi con la Comunità di Sant’Egidio, un anno dopo i terribili attentati terroristici che hanno colpito questa città e dopo l’attentato a Nizza. La nostra presenza qui rappresenta il rifiuto di lasciar vincere la paura e la chiusura in noi stessi, perché nessuno possa rubarci il nostro sogno, il sogno di cambiare le nostre città per cambiare l’Europa. Tutti diciamo con forza “change your city, change Europe”.
Il nostro sogno è di riscoprire il sogno europeo. Lo stesso che ha creato l’unione tra i nostri paesi che ci ha permesso di vivere in pace in Europa occidentale sin dalla fine della seconda guerra mondiale.
Ma questo sogno fallisce quando ci sono guerre e conflitti in Oriente, quando il razzismo è onnipresente, quando persistono le divisioni tra ricchi e poveri, giovani e anziani, tra chi viene dall’Europa e chi dall’Africa, Asia o Sudamerica. Si, questo sogno è fallito quando ci si rifiuta di accogliere rifugiati che scappano da regimi tirannici e dalla guerra, perché non è questa l’Europa che i suoi fondatori hanno sognato.
L’ Europa che ci piace è quella che segue la chiamata di Papa Francesco, quando va ad accogliere i rifugiati, come in Germania dove ci sono migliaia di loro. l’Europa che ci piace è quella che si apre all’umanità come in Italia, quando costruisce corridoi o ponti per unire i paesi.
Tutto questo ci fa credere che l’Europa possa diventare quella che noi sogniamo. Sogniamo un’Europa di amore e unità, forte nella solidarietà con i continenti più poveri e specialmente con l’Africa. Sogniamo un’Europa in cui non ci siano guerre, discriminazione, razzismo, un posto di accoglienza, di dialogo tra culture e di integrazione.
Durante questo incontro a Parigi abbiamo meditato sui luoghi degli attentati terroristici e ascoltato la testimonianza di una persona che ha avuto il coraggio di affrontare questa violenza. Pertanto vogliamo rinnovare il nostro impegno a non cedere al ricatto del male e della divisione e invece a cercare sempre l’incontro con l’altro, con più determinazione a costruire ponti tra le persone. Ponti costruiti nell’amicizia e nella fiducia.
Siamo la generazione che vivrà il futuro, per questo siamo la generazione che deve costruire questa Europa e noi pensiamo che possiamo cambiare quest’Europa, ma prima dobbiamo cambiare le nostre città a partire dall’amicizia con i poveri.
E insieme potremmo dire “Change your city, Change Europe!”.Parigi, 16 luglio 2016
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.