La denuncia di un centinaio di lavoratori nei campi del Foggiano diretti a Bari: "Abbiamo anche dato un anticipo di mille euro, poi restituito". Le società di trasporti: "Solo problemi logistici e organizzativi".
Alla fine a Bari ci sono arrivati in treno. Un centinaio di migranti, lavoratori delle campagne foggiane, diretti nel capoluogo per una marcia di protesta contro lo sfruttamento e per chiedere migliori condizioni di vita. "Nessuna compagnia ha voluto noleggiarci un pullman, nonostante avessimo anticipato mille euro", hanno urlato col megafono gli attivisti della rete "Campagne in lotta", che sostengono i migranti anche sulle questioni giuridico burocratiche. Risultato: corteo in ritardo e tanti lavoratori rimasti nei campi.
Le aziende però si difendono. "Nessun atto di razzismo", assicurano. Solo problemi logistici e organizzativi. E qualche timore a trasportare persone dirette a una manifestazione. Il corteo di migranti è partito all'alba dai ghetti foggiani di Borgo Mezzanone e Tre Titoli. Un centinaio di africani ha raggiunto la presidenza della Regione per chiedere di essere ricevuti (senza successo). "Vogliamo documenti, contratti, case e trasporto gratuito per lavorare", lo slogan contro i caporali. Un lungo percorso da fare con due bus, nelle intenzioni degli organizzatori. "Impossibile trovarne uno disponibile - raccontano gli attivisti - ci siamo sentiti dire che non trasportavano migranti, o che era troppo pericoloso arrivare coi pullman vicino ai ghetti".
L'ultimo tentativo con un'agenzia di intermediazione, la Travel service di Bergamo. Che "prima ha accettato i mille euro, salvo poi dirci all'ultimo che i contatti su Foggia non erano andati a buon fine perché non avremmo specificato che si trattava di una manifestazione". Soldi restituiti e accuse respinte al mittente dalle aziende locali, che ribadiscono l'assenza di mezzi liberi per la giornata del corteo. Un solo titolare ammette: "Io davvero non avevo bus, ma altri colleghi in passato hanno avuto problemi con manifestazioni simili e magari preferiscono evitare".
di Silvia Dipinto
di Silvia Dipinto
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