La pesante accusa dell’ayatollah Khamenei dopo la retromarcia delle Nazioni Unite che avevano inizialmente inserito l’Arabia Saudita nella black list dei diritti umani
Teheran - L’accusa nei confronti dell’Onu è pesantissima: aver chiuso gli occhi di fronte a una strage di bambini in cambio di denaro da parte di alcuni Paesi. Il leader spirituale dell’Iran, l’ayatollah Seyyed Alì Khamenei, ha attaccato frontalmente le Nazioni Unite mercoledì sera in un incontro con i responsabili del potere giudiziario affrontando la questione del conflitto tra Arabia Saudita e Yemen.
L’ayatollah ha fatto riferimento all’Arabia Saudita, inserita inizialmente dall’Onu nella black list dei Paesi che violano i diritti dei bambini per aver ucciso con i bombardamenti il 60% dei 785 minorenni morti lo scorso anno nello Yemen.
Successivemante, però, dopo la minaccia dell’Arabia Saudita di negare contributi economici all’Onu, quest’ultima ha cambiato rotta e Ban Ki-moon ha depennato il Paese dalla lista ammettendo in seguito le minacce di Riyadh. Khamenei ha affermato che la Repubblica Islamica deve «perseguire la vicenda legalmente e per vie giudiziarie in tutto il mondo» e che la strage dei bambini è «una disgrazia per l’umanità».
Aspre critiche sono state espresse anche da Amnesty International e Human Rights Watch che hanno chiesto che l’Arabia Saudita non faccia più parte del Consiglio delle Nazioni Unite. «Negli ultimi mesi l’Arabia Saudita è andata oltre ogni limite e non merita più di sedere all’interno del Consiglio dei diritti umani» ha detto il numero due di Human Rights Watch, Philippe Bolopion.
Aspre critiche sono state espresse anche da Amnesty International e Human Rights Watch che hanno chiesto che l’Arabia Saudita non faccia più parte del Consiglio delle Nazioni Unite. «Negli ultimi mesi l’Arabia Saudita è andata oltre ogni limite e non merita più di sedere all’interno del Consiglio dei diritti umani» ha detto il numero due di Human Rights Watch, Philippe Bolopion.
L’Ong accusa Riyad di colpire i civili yemeniti usando bombe a grappolo vietate dalle convenzioni internazionali e assediando i porti per evitare ai beni primari di raggiungere lo Yemen. Secondo Amnesty International, l’Arabia Saudita starebbe usando il suo seggio all’interno del Consiglio Onu per evitare un’inchiesta indipendente. L’Onu calcola che dall’inizio dei bombardamenti il 26 marzo, nello Yemen siano state uccise più di 6400 persone, delle quali la metà civili.
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