Dopo il tentavo di golpe in Turchia sono molte le domande che rimangono aperte sulla dinamica ma sopratutto sulle reazioni da parte del Governo che ci saranno nei prossimi giorni.
Oltre al bilancio di 300 morti che evidenziano che si è vissuto un giorno di guerra civile ci sono 2800 militari arrestati, e dalle immagini che si sono viste, molti di loro sono dei giovani di leva (vedi foto). Sono inoltre stati sollevati dal loro incarico 2745 giudici in tutto il Paese.
Le promesse di una dura repressione nei confronti dei golpisti fanno aumentare i timori di una ulteriore diminuzione delle garanzie sul fronte dei diritti umani.
La Turchia in questi ultimi mesi ha visto una serie di provvedimenti che hanno duramente colpito la libertà di espressione. Giornalisti dell'opposizione in carcere, parlamentari curdi fatti divenire fuorilegge e denunciati per terrorismo, discutibile gestione del fenomeno dell'immigrazione con respingimenti di numerosi richiedenti asilo e uccisione di famiglie siriane che tentavano di attraversare la frontiera dalla Siria.
La pena di morte abolita per tutti i reati nel 2004 è di nuovo invocata dal numero due del partito al governo Akp, l'ex ministro alla Sanità Mehmet Muezzinoglu che lancia l'appello: "È necessario ripristinare la pena capitale in Turchia per punire chi ha tentato di rovesciare l'attuale governo con un colpo di Stato militare"
Dopo i suoi commenti, l'hashtag #Idamistiyorum ("Io voglio la pena di morte") è stato usato più di 23mila volte su Twitter in Turchia.
Occorre tenere alta l'attenzione su questi rischi da parte delle istituzioni europee e internazionali e sensibilizzare la società civile perché si eviti un pericoloso passo indietro sul piano dei diritti dell'uomo in un paese ponte con l'Europa e l'Occidente.
ES
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.