Manila – Il discusso presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha minacciato un’uscita del paese dalle Nazioni Unite in risposta alle critiche dell’ONU sulle esecuzioni sommarie nei blitz della polizia nell’ambito del programma governativo di lotta al narcotraffico.
Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte |
Nel darne notizia l’agenzia Reuters ricorda che giovedì scorso gli esperti dell’Onu per i diritti umani avevano condannato i metodi delle autorità filippine, esortandole a prevenire le uccisioni indiscriminate e le esecuzioni sommarie dei sospetti trafficanti di droga, contro cui non vengono condotte indagini corrette ed esaustive.
Duterte si era difeso sostenendo che le morti non sono legate alle azioni della polizia e esortando le Nazioni Unite a condurre indagini più approfondite su quello che avviene nelle Filippine.
Il presidente ha criticato l’ONU e i suoi membri, compresi gli Stati Uniti, alleato molto vicino nella regione, sottolineando che le Nazioni Unite non svolgono le proprie funzioni e “si preoccupano delle ossa dei criminali”. “Non voglio offendervi. Ma potremmo essere costretti a separarci dalle Nazioni Unite. Perché dovremmo ascoltare questi sciocchi?”, ha detto in un discorso televisivo.
Duterte ha parlato anche della possibilità di creare un’organizzazione internazionale alternativa, in cui saranno invitati la Cina e altri Paesi.
Il presidente filippino Rodrigo Duterte è l’organizzatore di una campagna su larga scala contro i tossicodipendenti, così come i narcotrafficanti e dal suo insediamento alla presidenza 900 persone legate al mondo della droga sono state uccise. In particolare nelle ultime sei settimane i morti sono stati 650.
Un linguaggio diretto quello di Duterte che, insieme alle politiche sbrigative adottate per la lotta al crimine, è uno degli elementi che l’hanno portato al potere.
Duterte si era difeso sostenendo che le morti non sono legate alle azioni della polizia e esortando le Nazioni Unite a condurre indagini più approfondite su quello che avviene nelle Filippine.
Il presidente ha criticato l’ONU e i suoi membri, compresi gli Stati Uniti, alleato molto vicino nella regione, sottolineando che le Nazioni Unite non svolgono le proprie funzioni e “si preoccupano delle ossa dei criminali”. “Non voglio offendervi. Ma potremmo essere costretti a separarci dalle Nazioni Unite. Perché dovremmo ascoltare questi sciocchi?”, ha detto in un discorso televisivo.
Duterte ha parlato anche della possibilità di creare un’organizzazione internazionale alternativa, in cui saranno invitati la Cina e altri Paesi.
Il presidente filippino Rodrigo Duterte è l’organizzatore di una campagna su larga scala contro i tossicodipendenti, così come i narcotrafficanti e dal suo insediamento alla presidenza 900 persone legate al mondo della droga sono state uccise. In particolare nelle ultime sei settimane i morti sono stati 650.
Un linguaggio diretto quello di Duterte che, insieme alle politiche sbrigative adottate per la lotta al crimine, è uno degli elementi che l’hanno portato al potere.
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