Il governo turco ha varato un decreto per rilasciare circa 38.000 detenuti, presumibilmente - secondo i media - per far spazio nelle carceri del Paese alle circa 35.000 persone arrestate nell'ambito delle indagini sul tentato colpo di Stato dello scorso 15 luglio.
Il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag, ha spiegato in un tweet che non si tratta di un'amnistia ma di un rilascio condizionato. La misura esclude i detenuti colpevoli di omicidio, violenza domestica, abusi sessuali o reati contro lo Stato.
Due ergastoli e 1.900 anni di carcere. Questa la condanna chiesta dalla procura turca per Fethullah Gulen, l'ex imam dal 1999 in esilio volontario negli Stati Uniti considerato l'ispiratore del fallito golpe dello scorso 15 luglio.
In contemporanea, continua la purga di massa ordinata dal presidente Tayyip Erdogan contro i presunti simpatizzanti del suo ex alleato: oggi sono stati perquisiti gli uffici di 44 società e aziende a Istanbul, il cuore economico della Turchia, e sono stati spiccati ordini d'arresto contro 120 manager.
La mannaia si sta abbattendo su tutte le voci dissidenti in Turchia, una mannaia che, nelle intenzioni del presidente, presto potrebbe assumere effettiva concretezza se "il popolo e il Parlamento" decideranno di introdurre la pena di morte.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.