Negli ultimi giorni più di 200 famiglie, provenienti da Nigeria e Ciad, hanno raggiunto la città di Toumour, nella zona est della regione di Diffa, in fuga dalla violenza e dalla fame delle loro città d’origine. La maggior parte dei nuovi arrivati sono donne e bambini che, secondo le loro testimonianze, hanno camminato per 4 o 5 giorni, anche se solo di notte per paura di essere attaccati da Boko Haram o arrestati dall'esercito.
Oltre queste 200 famiglie, piccoli gruppi di rifugiati continuano ad arrivare a Toumour, nel distretto di Bosso. Nonostante molte organizzazioni umanitarie abbiano lasciato la zona dopo gli attentati dello scorso giugno, in città ci sono ancora alcuni servizi funzionanti: punti d'acqua e un centro di salute – regolarmente supportato da MSF - in cui le visite mediche sono gratuite per tutta la popolazione. Per i nuovi arrivati il problema principale è l'accesso al cibo: anche se sul mercato sono presenti alimenti di base, gli sfollati non hanno soldi per comprarli.
“Data la situazione critica nelle zone della Nigeria e del Ciad al confine con il Niger, è probabile che Toumour continuerà a ricevere sempre più rifugiati e in condizioni precarie come quelle di quest’ultimo gruppo”, spiega Youssouf Demdelé , vice capo missione di MSF in Niger. “La popolazione non è in grado di coltivare il proprio cibo ed è dipendente dalle distribuzioni di alimenti. Inoltre siamo nel bel mezzo della stagione della malaria. Ci sono diverse agenzie umanitarie che lavorano a Diffa, ma ci sono aree in cui è necessario uno sforzo maggiore”.
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“Data la situazione critica nelle zone della Nigeria e del Ciad al confine con il Niger, è probabile che Toumour continuerà a ricevere sempre più rifugiati e in condizioni precarie come quelle di quest’ultimo gruppo”, spiega Youssouf Demdelé , vice capo missione di MSF in Niger. “La popolazione non è in grado di coltivare il proprio cibo ed è dipendente dalle distribuzioni di alimenti. Inoltre siamo nel bel mezzo della stagione della malaria. Ci sono diverse agenzie umanitarie che lavorano a Diffa, ma ci sono aree in cui è necessario uno sforzo maggiore”.
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La maggior parte dei nuovi arrivati sono stati ospitati dalle persone del luogo, molte delle quali sfollate e rifugiate a loro volta, e che continuano a dimostrare grande solidarietà verso le nuove ondate di arrivi condividendo le limitate risorse a disposizione. Ciononostante, 77 delle famiglie appena arrivate a Toumour vivevano in pessime condizioni, senza cibo sufficiente e senza generi di prima necessità. Per alleviare questa situazione un’équipe di MSF ha distribuito kit con articoli domestici, coperte, zanzariere e generi per l’igiene personale.
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