Trieste - La risposta dell'Unione europea all'arrivo dei migranti sul proprio territorio "sta provocando troppe sofferenze inutili alle migliaia di persone bloccate lungo la rotta balcanica o in fuga attraverso il Mediterraneo alla ricerca di un rifugio sicuro". E' l'appello lanciato oggi da Oxfam alla vigilia del Consiglio europeo di Bruxelles, attraverso il rapporto "Fortezza Europa, l'inadeguatezza della risposta europea alla crisi migratoria".
Per Oxfam "è prioritario che i leader europei cambino radicalmente il loro approccio alla gestione di questo fenomeno, sostituendo l'attuale modello incentrato sulla difesa della 'Fortezza Europa' con una politica basata prima di tutto sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani".
I partner di Oxfam in Serbia e Macedonia incontrano ogni giorno da 100 a 300 migranti che fuggono dalla Grecia attraverso la "rotta balcanica" cercando di raggiungere il nord Europa, perché hanno perso la speranza che il sistema d'asilo greco possa dare una risposta alla loro situazione.
Ad aprile 1.579 migranti sono stati arrestati dalla polizia macedone e respinti in Grecia senza la possibilità di fare richiesta d'asilo, mentre a maggio sono state rimandate indietro 3.763 persone. E anche se il numero di arresti ed espulsioni è calato nell'ultimo periodo, centinaia di casi del genere si ripropongono ogni mese. Ad oggi, oltre 5 mila persone sono bloccate in Serbia, alla ricerca di un modo per proseguire il loro viaggio. Oxfam e partner hanno raccolto testimonianze di abusi subiti dalle donne costrette a prostituirsi per sopravvivere o per ottenere riparo, cibo o la prosecuzione del viaggio.
Per quanto riguarda le dinamiche interne all'Unione, la procedura di ricollocamento messa a punto per condividere la responsabilità dell'accoglienza e alleggerire il peso dei paesi frontalieri, "non è mai realmente partita. Al di là del fatto che si tratta di un sistema iniquo, perché basato esclusivamente sulla nazionalità di provenienza dei migranti e non sul loro effettivo bisogno di protezione.
A settembre di quest'anno soltanto una minima parte dei ricollocamenti promessi erano state attuati: su un totale di 66.400 persone da ricollocare, soltanto 4.455 persone dalla Grecia e 1.196 dall'Italia - conclude il rapporto - sono state trasferite verso altri paesi europei".
Ad aprile 1.579 migranti sono stati arrestati dalla polizia macedone e respinti in Grecia senza la possibilità di fare richiesta d'asilo, mentre a maggio sono state rimandate indietro 3.763 persone. E anche se il numero di arresti ed espulsioni è calato nell'ultimo periodo, centinaia di casi del genere si ripropongono ogni mese. Ad oggi, oltre 5 mila persone sono bloccate in Serbia, alla ricerca di un modo per proseguire il loro viaggio. Oxfam e partner hanno raccolto testimonianze di abusi subiti dalle donne costrette a prostituirsi per sopravvivere o per ottenere riparo, cibo o la prosecuzione del viaggio.
Per quanto riguarda le dinamiche interne all'Unione, la procedura di ricollocamento messa a punto per condividere la responsabilità dell'accoglienza e alleggerire il peso dei paesi frontalieri, "non è mai realmente partita. Al di là del fatto che si tratta di un sistema iniquo, perché basato esclusivamente sulla nazionalità di provenienza dei migranti e non sul loro effettivo bisogno di protezione.
A settembre di quest'anno soltanto una minima parte dei ricollocamenti promessi erano state attuati: su un totale di 66.400 persone da ricollocare, soltanto 4.455 persone dalla Grecia e 1.196 dall'Italia - conclude il rapporto - sono state trasferite verso altri paesi europei".
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