Pagine

venerdì 7 ottobre 2016

Riccardi: “La guerra in Siria è un crimine, l’Europa si svegli”

La Stampa
In Siria è in corso una guerra che sta producendo infiniti crimini contro l’umanità, per questo l’Europa deve rompere la propria cortina di indifferenza verso un conflitto tanto drammatico e sanguinoso. Non è una questione di partigianerie, di stare con una o con l’altra parte, ma di fermare un meccanismo capace di alimentare violazioni gravissime dei diritti umani e di causare la fuga di milioni di profughi disperati nei Paesi limitrofi. 


«L’Europa riconosca il dramma siriano e si apre all’accoglienza, i diritti umani non sono privilegi». E’ intorno a questi punti che si sono ritrovati d’accordo diversi fra gli intervenuti alla presentazione della mostra «Nome in codice Caesar – Detenuti siriani vittime di tortura», in corso dal 5 al 9 ottobre al Maxxi di Roma.

Nel pomeriggio del 5 ottobre è stata presentata in due diverse conferenze al Maxxi. Sono intervenuti, fra gli altri, Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio; padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli; Giancarlo Bosetti, direttore della rivista «Reset»; Stephen J. Rapp, rappresentante degli Stati Uniti in materia di giustizia penale internazionale dal 2009 al 2015; Baykar Silvazliyan, presidente emerito dell’Unione armeni in Italia. Presenti anche rappresentanti delle istituzioni: Pierferdinando Casini, in qualità di presidente della commissione esteri del Senato; Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione esteri della Camera; e Luigi Manconi, presidente della Commissione bicamerale per la tutela dei diritti umani del Senato.

«Vedere la morte e vedere il dolore – ha affermato Riccardi nel corso del suo intervento - non può lasciare indifferenti. Questi scatti producono uno choc nella nostra coscienza. In Italia, dopo 30 anni di battaglie per la pace, ci troviamo di fronte a una consolidata indifferenza verso la crisi siriana. L’indifferenza del mondo europeo di fronte a questa crisi è la stessa che si vede di fronte ai rifugiati». Ma gli europei, ha aggiunto, non hanno capito questa guerra. Non è facile oggi dire “stiamo da questa parte”, “questi sono i buoni”, come qualche volta è accaduto in passato. «Nel mondo globale si richiede un salto di intelligenza che va oltre le partigianerie». Quella siriana del resto, è una guerra intricata in cui s’intrecciano diverse vicende: ci sono le complicità fra Bashar al Assad e Isis, e le responsabilità nella crisi di Arabia Saudita, Qatar, Turchia, quindi «il rifiuto sistematico di negoziare da parte della Russia nella prima parte del conflitto».

«I miei amici cristiani d’oriente - ha aggiunto il fondatore della Comunità di Sant’Egidio - mi dicono che Assad è il male minore, ma questa mostra ci dice che anche Assad è il male». Riccardi ha ricordato che il tessuto della convivenza nel Paese era stato già stato colpito in passato, con le distruzioni di Hama negli anni ’80, poi con l’espulsione della comunità ebraica. «La distruzione di un tessuto umano di convivenza è una cosa che lascia il segno, che si paga» ha aggiunto. «Distruggere Aleppo – ha osservato ancora - è un crimine contro l’umanità, un crimine sono i barili bomba del regime, ma un crimine sono anche i cannoneggiamenti delle forze ribelli sui quartieri occupati dall’esercito di Damasco».

Allora, per Riccardi, «quello che si chiede è una presa di coscienza della nostra opinione pubblica, questa guerra è un crimine ed è la madre di altri infiniti crimini, per questo va fermata». «Si è giocato d’azzardo sul tavolo siriano – ha aggiunto - che è stato trasformato nel casinò della politica internazionale», come conseguenza «l’Europa è stata destabilizzata da una manciata di rifugiati che arrivano nella parte orientale del continente».

[...]


Francesco Peloso

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.