Yaya Jammeh, il presidente del Gambia, partecipa per la quinta volta alle presidenziali, che si terranno il prossimo dicembre. Lo scorso giovedì ha presentato il fascicolo con la su candidatura alla Commissione elettorale indipendente (CEI), che non si è dimostrata per nulla sorpresa .
Il presidente "uscente" Yahya Jammeh |
Yahya Jammeh Ieri la CEI ha reso noto i nomi dei tre candidati ammessi a correre per le elezioni presidenziali con scrutinio a turno unico. La campagna elettorale sarà di breve durata: dal 16 al 29 novembre. E’ evidente che la candidatura di Jammeh è stata accettata come rappresentate del suo partito, “ Alliance for Patriotic Reorientation and Construction” (APRC). Gli altri due aspiranti all’ambita poltrona sono: Adama Barrow, sostenuto da una coalizione dell’opposizione e Mama Kandeh, ex membro dell’APRC, ora in lizza con un partito di recente creazione, il “Congresso democratico del Gambia” (GDC)”. In un breve comunicato il rappresentante speciale per l’Africa occidentale e il Sahel del segretario generale dell ’ONU, Mohamed Ibn Chambas, ha chiesto la massima trasparenza durante questa tornata elettorale.
Jammeh è al potere da oltre vent’anni. Prima l’ha “conquistato” con un colpo di Stato nel 1994, poi è stato rieletto nel una prima volta nel 1996 grazie a “libere e democratiche elezioni”, chiaramente truccate. Solo pochi anni fa si è convertito all’islam, forse per ottenere più consensi, visto che la maggior parte della popolazione è musulmana.
Il presidente dirige con mano ferrea il piccolo Paese anglofono dell’Africa dell’occidentale, un’enclave nel territorio del Senegal. Il suo regime è accusato di sparizioni forzate, arresti extragiudiziari, morti sospette, accanimento contro i media e i difensori dei diritti dell’uomo, violazione dei diritti fondamentali dell’uomo, per non parlare del suo odio atavico verso gay e lesbiche.
E per ultimo, il Gambia è uno degli Stati che ha chiesto ufficialmente di uscire dalla Corte Penale Internazionale.
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