Un milione di siriani sotto assedio, l’uso del cloro nei bombardamenti su Aleppo, la ripresa degli aiuti ai profughi siriani in Giordania. Mentre la Francia sta organizzando una riunione internazionale a Parigi con alcuni gruppi dell’opposizione siriana, ecco quali sono stati i principali sviluppi del conflitto siriano degli ultimi giorni.
Un milione di siriani sotto assedio. Il 21 novembre Stephen O’Brien, il sottosegretario generale per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, ha fatto sapere che 974mila siriani vivono sotto assedio, contro i quasi 400mila di un anno fa e i 486mila di sei mesi fa. Negli ultimi mesi è aumentato il numero delle località dove non arriva più nulla da mangiare né ricevono aiuti umanitari. Tra queste, la parte est di Aleppo, un intero quartiere di Damasco e molte aree della Ghuta orientale, la regione agricola che circonda la capitale. Secondo O’Brien questa situazione è il frutto di tattiche “crudeli”, in particolare da parte del governo di Damasco.
L’esercito governativo avanza su Aleppo est. Dal 15 novembre la città è di nuovo colpita da razzi, colpi di mortaio e barili esplosivi, nel corso dei più pesanti bombardamenti dall’inizio della guerra nel 2011. La nuova offensiva delle forze governative e dei loro alleati mira a riprendere il controllo della parte est della città, in mano all’opposizione dal 2012. Alcuni attivisti locali e l’Osservatorio siriano per i diritti umani, un’organizzazione che dal Regno Unito monitora l’andamento della guerra, hanno fatto sapere che il 21 novembre le forze di Damasco, appoggiate dai combattenti iraniani, russi e libanesi di Hezbollah, hanno conquistato una parte del quartiere di Masakan Hanano: un’avanzata simbolica e strategica, visto che questo fu il primo quartiere a cadere nelle mani dei ribelli. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani dal 15 novembre sono morte 143 persone, tra cui 19 bambini. Secondo il gruppo di soccorritori noti come Caschi bianchi, le vittime sono almeno 375. Inoltre la carenza di cibo e di carburante è drammatica, visto che non arrivano aiuti da luglio. Si calcola che gli abitanti di Aleppo che vivono sotto assedio siano almeno 275mila.
Non ci sono più ospedali funzionanti ad Aleppo est. Lo denuncia l’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui i centri di cura sono stati l’obiettivo di bombardamenti ripetuti da parte delle forze governative. Restano in piedi solo piccole cliniche. Gli abitanti di questa parte della città non hanno più accesso a servizi di traumatologia e non possono sottoporsi a interventi di chirurgia importanti.
Sospetti attacchi con il cloro. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani il 22 novembre sempre nella parte orientale di Aleppo sono stati trovati dei contenitori di agenti chimici, probabilmente cloro, sganciati dagli elicotteri governativi con barili bomba. La direzione sanitaria di Aleppo est ha fatto sapere che alcune persone hanno avuto problemi respiratori. L’11 novembre l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (che ha monitorato lo smantellamento dell’arsenale chimico siriano) aveva denunciato l’uso di armi chimiche impiegate dal governo di Damasco e dal gruppo Stato islamico (Is).
Riprende la distribuzione di aiuti ai profughi siriani in Giordania. Il 22 novembre le Nazioni Unite hanno annunciato che i circa 85mila siriani fermi al confine tra i due paesi riceveranno i primi aiuti da mesi (cibo, abiti invernali, coperte), dopo che è stato raggiunto un accordo con l’esercito giordano per il passaggio di convogli umanitari. I profughi, tra cui molte donne e bambini, vivono in in due campi informali in un’area desertica del nord della Giordania. Secondo le stime dell’Onu, in Giordania vivono più di 600mila profughi siriani. Il governo di Amman, invece, sostiene che sono quasi un milione e mezzo.
Un leader jihadista ucciso nella provincia di Idlib. Il portavoce del Pentagono, Peter Cook, ha annunciato che il 18 novembre è stato ucciso in un raid aereo compiuto dagli Stati Uniti vicino a Sarmada, in Siria, Abu Afghan al Masri, un esponente di primo piano di Al Qaeda. Inizialmente Al Masri si era unito ai jihadisti in Afghanistan e poi aveva raggiunto il ramo siriano dell’organizzazione, il Fronte Fatah al Sham (ex Fronte al nusra).
Uccisi tre soldati turchi nell’ovest della Siria. La Turchia sostiene che siano morti in un bombardamento delle forze governative siriane vicino alla città di Al Bab. Altri dieci soldati sono rimasti feriti. Sono le prime vittime denunciate da Ankara dall’inizio dell’offensiva Scudo dell’Eufrate, lanciata in territorio siriano il 24 agosto, contro i combattenti del gruppo Stato islamico e le milizie curde Unità di protezione popolare (Ypg).
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