La denuncia di Amnesty e Hrw: "Ripetuti abusi nell'offensiva su Mosul". Come l'Isis, o almeno molto vicini ai metodi feroci delle milizie di Abu Bakr al Baghdadi. Le forze irachene impegnate nella campagna di Mosul avrebbero ucciso e torturato civili a sud della città roccaforte dello Stato Islamico nel corso dell'offensiva militare per liberare la città dai jihadisti.
L'accusa arriva dagli attivisti di Amnesty International, secondo i quali i cadaveri di "almeno sei" persone sospettate di legami con i jihadisti sono stati trovati a ottobre nei distretti di Shura e Qayyara.
"Uomini con le divise della polizia federale - ha detto Lynn Maalouf, della sede di Amnesty a Beirut - hanno eseguito diverse uccisioni illegali, catturando e poi uccidendo deliberatamente a sangue freddo residenti di villaggi a sud di Mosul".
L'ong riferisce inoltre di diversi episodi avvenuti intorno al 21 ottobre e spiega che diversi gruppi di uomini sono stati picchiati con cavi e con il calcio dei fucili prima di essere uccisi. In un caso, la vittima è stata decapitata.
Per Amnesty, gli abusi potrebbero ripetersi in altre città e villaggi interessati dalla campagna di Mosul. Accuse analoghe sono arrivate dall'ong Human Rights Watch (Hrw), secondo la quale almeno 37 uomini sospettati di legami con l'Is sono stati catturati dalle forze irachene e curde presso checkpoint, villaggi, campi per sfollati e altri luoghi intorno a Mosul.
I parenti delle persone catturate hanno denunciato di non conoscere il luogo in cui sono state portate e di non aver avuto la possibilità di contattarle. Per Hrw questi episodi "aumentano significativamente il rischio di altre violazioni nei confronti di prigionieri o semplici civili", tra cui la tortura.
di Victor Castaldi
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