Da quando i russi hanno preso il controllo della penisola, è la tesi dell'Ong, hanno utilizzato tattiche repressive contro gli oppositori. Nel mirino sono finiti soprattutto i tatari "perché sono il gruppo più coeso e visibile che si oppone all'occupazione"
"Le autorità russe - scrive l'Ong - hanno perseguitato e costretto virtualmente all'esilio tutte le voci del dissenso, inclusi i leader chiave e gli attivisti della comunità dei tatari di Crimea", e questo anche "prima che il Mejlis (il parlamento dei tatari di Crimea, ndr) fosse bandito per legge".
Il rapporto documenta alcuni casi eclatanti di persecuzione come quella di uno dei leader della comunità Ilmi Umerov arrestato e chiuso in un ospedale psichiatrico.
Un altro, Akhtem Chiygoz, arrestato quasi due anni fa per aver organizzato "manifestazioni di disturbo", non può nemmeno assistere al suo processo in aula ma è costretto a guardarlo via Skype con una connessione molto instabile.
"Le autorità russe - scrive l'Ong - hanno perseguitato e costretto virtualmente all'esilio tutte le voci del dissenso, inclusi i leader chiave e gli attivisti della comunità dei tatari di Crimea", e questo anche "prima che il Mejlis (il parlamento dei tatari di Crimea, ndr) fosse bandito per legge".
Il rapporto documenta alcuni casi eclatanti di persecuzione come quella di uno dei leader della comunità Ilmi Umerov arrestato e chiuso in un ospedale psichiatrico.
Un altro, Akhtem Chiygoz, arrestato quasi due anni fa per aver organizzato "manifestazioni di disturbo", non può nemmeno assistere al suo processo in aula ma è costretto a guardarlo via Skype con una connessione molto instabile.
Amnesty chiede che il Mejlis sia reso nuovamente legale e che cessi ogni tipo di tentativo di perseguire i suoi membri o chiunque altro si opponga all'occupazione russa.
di Monica Ricci Sargentini
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