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domenica 18 dicembre 2016

Amnesty accusa la Russia: "in Crimea tatari perseguitati"

Corriere della Sera "La comunità dei tatari di Crimea è oggetto di una persecuzione sistematica delle autorità russe sin dall'occupazione e dall'annessione illegale della Crimea da parte della Federazione russa". È quanto denuncia Amnesty International in un rapporto pubblicato giovedì 15 dicembre e intitolato Nell'oscurità: mettere a tacere il dissenso. 


Da quando i russi hanno preso il controllo della penisola, è la tesi dell'Ong, hanno utilizzato tattiche repressive contro gli oppositori. Nel mirino sono finiti soprattutto i tatari "perché sono il gruppo più coeso e visibile che si oppone all'occupazione"

"Le autorità russe - scrive l'Ong - hanno perseguitato e costretto virtualmente all'esilio tutte le voci del dissenso, inclusi i leader chiave e gli attivisti della comunità dei tatari di Crimea", e questo anche "prima che il Mejlis (il parlamento dei tatari di Crimea, ndr) fosse bandito per legge".

Il rapporto documenta alcuni casi eclatanti di persecuzione come quella di uno dei leader della comunità Ilmi Umerov arrestato e chiuso in un ospedale psichiatrico.

Un altro, Akhtem Chiygoz, arrestato quasi due anni fa per aver organizzato "manifestazioni di disturbo", non può nemmeno assistere al suo processo in aula ma è costretto a guardarlo via Skype con una connessione molto instabile. 

Amnesty chiede che il Mejlis sia reso nuovamente legale e che cessi ogni tipo di tentativo di perseguire i suoi membri o chiunque altro si opponga all'occupazione russa.

di Monica Ricci Sargentini

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