L'ira di Trump: "Le cose andranno diversamente dopo il 20 gennaio". Netanyahu: Israele non rispetterà la risoluzione. Storica astensione degli Stati Uniti all'Onu, grazie alla quale il Consiglio di sicurezza ha approvato una risoluzione di condanna degli insediamenti israeliani in Cisgiordania.
Al voto si è arrivati dopo un braccio di ferro tra l'amministrazione Obama e il governo di Benjamin Netanyahu, che si è persino rivolto al presidente americano eletto Donald Trump per tentare di scongiurare il passaggio del testo attraverso il veto degli Usa. Ma così non è stato. Stavolta Barack Obama ha fatto seguire alle parole i fatti.
E, dopo aver criticato più volte la politica di Israele sulle colonie nella West Bank, ha deciso di dare un segnale forte come non mai, permettendo il varo di una decisione in cui si afferma che gli insediamenti non hanno una validità legale e ostacolano il processo di pace in Medio Oriente.
L'ira di Israele - che aveva già definito "vergognosa" l'attesa mossa di Obama alla vigilia del voto - non si è fatta attendere, con l'ambasciatore presso il Palazzo di Vetro che ha parlato di "risoluzione scandalosa".
Per Obama si tratta di una piccola-grande rivincita dopo aver fallito nel favorire i negoziati tra israeliani e palestinesi, fin dal 2009 la sua priorità numero uno in politica estera. Con la decisione di dare carta bianca al segretario di stato John Kerry la cui missione era di portare a casa una storica pace.
Per Obama si tratta di una piccola-grande rivincita dopo aver fallito nel favorire i negoziati tra israeliani e palestinesi, fin dal 2009 la sua priorità numero uno in politica estera. Con la decisione di dare carta bianca al segretario di stato John Kerry la cui missione era di portare a casa una storica pace.
Così non è stato, anche a causa dei gelidi rapporti tra Obama e Netanyahu che hanno fatto precipitare le relazioni tra Usa e Israele ai minimi di sempre.
Neppure Donald Trump è riuscito a fermare il voto dell'Onu o a convincere la Casa Bianca a presentare il veto come in passato. A lui si è rivolto il governo israeliano quando oramai si era capita l'intenzione di Obama. Il tycoon - con un' interferenza senza precedenti per un presidente eletto - ha provato il tutto per tutto, telefonando anche al presidente egiziano al Sisi che aveva presentato la risoluzione originaria. Una chiamata che in effetti ha portato l'Egitto a rinunciare al voto nella giornata di giovedì.
Neppure Donald Trump è riuscito a fermare il voto dell'Onu o a convincere la Casa Bianca a presentare il veto come in passato. A lui si è rivolto il governo israeliano quando oramai si era capita l'intenzione di Obama. Il tycoon - con un' interferenza senza precedenti per un presidente eletto - ha provato il tutto per tutto, telefonando anche al presidente egiziano al Sisi che aveva presentato la risoluzione originaria. Una chiamata che in effetti ha portato l'Egitto a rinunciare al voto nella giornata di giovedì.
Netanyahu: Israele non rispetterà la risoluzione - "Israele respinge la risoluzione dell'Onu", definisce il voto del Consiglio di Sicurezza "vergognoso" e annuncia che non la rispetterà. Lo ha detto l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu, citato dai media locali. "L'amministrazione Obama non solo ha fallito nel proteggere Israele dall'ossessione dell'Onu, ma ha collaborato con l'Onu alle sue spalle. Israele non vede l'ora di lavorare con il presidente Trump per arginare gli effetti di questa risoluzione assurda", conclude l'ufficio del premier.
Abu Mazen: Il voto dell'Onu è uno schiaffo a Israele - Diametralmente opposte le parole del portavoce di Abu Mazen, secondo cui il voto del Consiglio di Sicurezza contro le colonie in Cisgiordania "rappresenta un grande schiaffo alla politica israeliana ed è un'unanime condanna internazionale delle colonie", oltre ad essere "un forte sostegno allo soluzione a due Stati".
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