Nuovo minimo storico delle nascite in Italia, che nel 2016 hanno toccato quota 474mila, in calo rispetto alle 486mila dell'anno precedente. A certificarlo è l'Istat che mette in evidenza un altro trend ben radicato nel Paese: gli italiani continuano a invecchiare.
Nel 2016 le nascite sono stimate in 474mila unità, circa 12mila in meno rispetto all'anno precedente. La riduzione osservata, che a livello nazionale è pari al 2,4%, interessa tutto il territorio, con l'eccezione della Provincia di Bolzano che registra invece un incremento del 3,2%.Il numero medio di figli per donna, in calo per il sesto anno consecutivo, si assesta a 1,34. I tassi di fecondità si riducono in tutte le classi di età della madre sotto i 30 anni mentre aumentano in quelle superiori. La riduzione più accentuata si riscontra nella classe di età 25-29 anni (-6 per mille), l'incremento più rilevante è, invece, nella classe 35-39 (+2 per mille). Nel complesso, a fronte di un'età media al parto che raggiunge i 31,7 anni, la fecondità cumulata da parte di donne di 32 anni compiuti e più è ormai prossima a raggiungere quella delle donne fino a 31 anni di età (0,67 figli contro 0,68 nel 2016).
Il calo compensato dagli immigrati
ll saldo naturale, costituito sottraendo i decessi dal bilancio delle nascite, registra nel 2016 un valore negativo per 134mila persone. È il secondo maggior calo di sempre, superiore soltanto a quello del 2015 (-162mila), ma il valore non incide sul numero di residenti perché equivale al saldo opposto, positivo, nei flussi migratori con l'estero: +135mila persone.
Gli italiani sono 60,5 milioni
Al primo gennaio 2017 si stima che la popolazione ammonti a 60 milioni 579mila residenti, 86mila unità in meno sull'anno precedente (-1,4 per mille). I decessi sono 608mila, dopo il picco del 2015 con 648mila casi, un livello elevato, in linea con la tendenza all'aumento dovuta all'invecchiamento della popolazione. Secondo le stime relative al 2016, il calo della popolazione non si presenta in tutte le Regioni. Le due Regioni più popolose del Paese, Lazio e Lombardia, registrano un incremento del +1,3 e del +1,1 per mille rispettivamente. L'incremento relativo più consistente è quello ottenuto nella provincia autonoma di Bolzano (+6,6 per mille) mentre nella vicina Trento si arriva appena al +0,3 per mille. Sopra la media nazionale (-1,4 per mille) si collocano anche l'Emilia-Romagna (+0,2 per mille) e la Toscana, quest'ultima tuttavia con un segno negativo del -0,5 per mille.
Nelle restanti Regioni, dove la riduzione di popolazione è più intensa, si è in presenza di un quadro progressivamente caratterizzato dalla decrescita che va dal Veneto (-1,9) alla Basilicata (-5,7).
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