Italiani senza cittadinanza? Non va bene! La rotonda del Pantheon a fine febbraio è stata la scena di una festosa manifestazione per rivendicare il diritto dei bambini ad avere la cittadinanza italiana.
I manifestanti mettevano la faccia in grandi passaporti con scritto “Chi nasce o cresce in Italia è italiano/a. Approvare subito la riforma. #senatorispondi”. Si richiede che sia approvata la legge ferma da troppo tempo al Senato che consiste nel riconoscere la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri (ius soli temperato) e a tutti i bambini immigrati della prima generazione entrati nel nostro paese entro il dodicesimo anno di età e che abbiano frequentato regolarmente almeno uno o più cicli di studio (ius culturae).
La prima proposta di legge sulla cittadinanza risale al 2004 ed è stata promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. Successivamente sette diversi disegni di legge hanno portato ad un testo unificato che darebbe la possibilità a più di un milione di bambini e bambine di ottenere il riconoscimento della loro appartenenza e della loro italianità. Ciò che vivono, ciò che mangiano, ciò che conoscono è la cultura italiana: molte volte i bambini nati in Italia da genitori stranieri non conoscono né la cultura né soprattutto la lingua dei paesi di provenienza dei genitori.
Come ha dichiarato Paolo Ciani della Comunità di Sant’Egidio: “la Comunità ha lanciato quattordici anni fa la prima proposta di riforma sulla cittadinanza con una manifestazione che ha visto la partecipazione di molti giovani e nuovi europei”. Sempre Ciani afferma che il primo firmatario e portavoce è stato Mario Marazziti, attuale presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. Oggi questa riforma di cittadinanza, approvata alla Camera, giace in Senato da tanto tempo, bloccata da più di 8,700 emendamenti che di fatto ne impediscono l’approvazione.
Nell’ultimo giorno di carnevale, gli organizzatori di questo evento festoso chiedono una cosa seria: sollecitano l’approvazione della legge sulla cittadinanza che è ferma al Senato già da più di un anno.
I promotori dell’evento della campagna per la cittadinanza “L’Italia sono anch’io” sono: Acli, Arci, Asgi, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca, , Comune di Reggio Emilia, Comunità di Sant’Egidio, Coordinamento Enti Locali Per La Pace, Emmaus Italia, Fcei, Legambiente, Libera, Lunaria, Migrantes, Il Razzismo è Una Brutta Storia, Rete G2 – Seconde Generazioni, Rete 1° Marzo, Tavola Della Pace, Terra del Fuoco, Ugl, Uil, Uisp.
Nathnael Techane - GxP Roma
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