La morte per suicidio assistito del Dj Fabo ha certo avuto grande eco sui media, conquistando l'attenzione dell'opinione pubblica e suscitando numerosi commenti. Una storia seguita da tempo dagli organi di informazione e il cui esito è stato in qualche modo annunciato, così che l’eco della notizia è stato ancora maggiore.
Del resto era dichiarata l’intenzione, da parte di chi ha sostenuto e accompagnato in questa scelta il Dj Fabo, di accendere i riflettori sulla vicenda per farne un nuovo “caso” emblematico da poter associare ad una stessa battaglia, insieme ad altri che si sono succeduti nella storia recente e altri che verranno. Storie diverse che rischiano però in questo modo di essere appiattite e confuse.
Se la storia del Dj Fabo chiede rispetto e vicinanza al dolore e alla sofferenza da lui vissuta e da chi gli è stato accanto, credo che parimenti non meriti di essere lasciata ad una comprensione semplificata o peggio ad essere usata in modo strumentale o politico. Il rischio c’è, in una società in cui le opinioni si formano e consolidano facilmente su impressioni emozionali suscitate dall’impatto mediatico e meno sulla riflessione e approfondimento delle notizie o meglio delle storie che le notizie, soprattutto se lette distrattamente, solo in parte riescono a rendere nella loro complessità.
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Marco Peroni
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