Una nuova ondata di rifugiati è in movimento in Siria. L’epicentro del caos è la città – e provincia – di Hama, nelle mani delle forze del regime di Bashar al Assad ma teatro di una serie di battaglie che vedono i ribelli continuare ad assaltare i villaggi della zona.
Dal novembre scorso, probabilmente per distrarre le forze governative dalla battaglia di Aleppo, le forze ribelli stanno tentando di riconquistare le aree circostanti il centro abitato.
Il risultato è tragico: 40.000 persone – per la maggior parte donne e bambini -, stando alle stime delle Nazioni Unite, sono costrette alla fuga dai combattimenti nel nord ovest della città.
Il risultato è tragico: 40.000 persone – per la maggior parte donne e bambini -, stando alle stime delle Nazioni Unite, sono costrette alla fuga dai combattimenti nel nord ovest della città.
Sotto la supervisione dei russi, centinaia di combattenti ribelli hanno lasciato la vicina città di Homs, ultima roccaforte dell’opposizione al regime nella regione. L’accordo prevede la resa del territorio della terza città più grande di Siria, e l’evacuazione in cambio di cibo e acqua.
«Abbiamo perso la nostra terra, la nostra nazione.. tutto quello che otteniamo da questo accordo è la salvezza delle nostre vite» ha dichiarato un negoziatore delle forze ribelli, «il Regime, nel frattempo, potrà affermare di aver liberato Homs quando l’ultimo gruppo di combattenti avrà lasciato la città… i termini dell’accordo sono tutti in suo favore».
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