A sei anni dall'inizio del conflitto in Siria, sono 5,8 milioni i bambini che vivono ancora sotto i bombardamenti e hanno bisogno di aiuti e un bambino su quattro rischia conseguenze devastanti sulla salute mentale.
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Sono almeno 3 milioni i siriani che hanno oggi sei anni e non hanno mai conosciuto altro che la guerra: si stima che siano oltre 470.000 le vittime dall'inizio del conflitto. L'85% della popolazione siriana vive in condizioni di povertà e 4,6 milioni di persone vivono in aree assediate o difficilmente raggiungibili. Sono 6,3 milioni gli sfollati all'interno della Siria e 4,9 milioni - tra cui 2,3 milioni di bambini - sono rifugiati e hanno dovuto lasciare il Paese.
Questa la fotografia della Siria, a pochi giorni dal sesto anniversario dall'inizio del conflitto, che emerge dal rapporto "Ferite invisibili" presentato oggi da Save the Children, che per la prima volta indaga - attraverso interviste e testimonianze raccolte tra adulti e minori all'interno del Paese - l'impatto psicologico sui bambini coinvolti nel conflitto siriano, facendone emergere un quadro angosciante.
Due bambini su tre dicono di aver perso qualcuno che amavano, la loro casa è stata bombardata o sono rimasti feriti a causa del conflitto. Il 50% degli adulti denuncia che gli adolescenti ormai fanno uso di droghe per affrontare lo stress, le violenze domestiche sono aumentate e il 59% conosce bambini e ragazzi reclutati nei gruppi armati, alcuni anche sotto i 7 anni.
Secondo l'81% degli adulti intervistati, i bambini sono diventati più aggressivi, sia nei confronti dei genitori e dei familiari che degli amici. Sono tantissimi i piccoli che soffrono di minzione involontaria e di frequente enuresi notturna e quelli che la notte non riescono a dormire per gli incubi, la paura del buio, dei bombardamenti, della perdita della famiglia. La metà degli adulti denuncia che i bambini che non riescono più a parlare e sono molti anche quelli che commettono atti di autolesionismo, che sfociano spesso in tentativi di suicidio.
"Questa ricerca - denuncia Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia - dimostra che le conseguenze del conflitto sui bambini siriani sono devastanti. Bambini che sognano di morire per poter andare in Paradiso e avere così un posto dove poter mangiare e stare al caldo o che sperano di essere colpiti dai cecchini per arrivare in ospedale e magari poter scappare dalle città assediate.
Genitori che preferiscono dare in spose le proprie figlie ancora bambine perché non possono occuparsi di loro. Bambini lasciati orfani della guerra che pur di avere qualcosa da mangiare si uniscono ai gruppi armati. Non possiamo rimanere a guardare mentre si consuma questa tragedia sulla pelle dei bambini.
Devono immediatamente smettere i bombardamenti sui civili e gli aiuti devono raggiungere le popolazioni con particolare attenzione al sostegno psicologico per i più piccoli e vulnerabili".
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