Lusaka - “Non si usi la polizia per regolamenti di conti politici”. È l’ammonimento lanciato dalla Conferenza Episcopale dello Zambia (Zambia Conference of Catholic Bishops -ZCCB) dopo il brutale arresto del leader dell’opposizione, Hakainde Hichilema, accusato di tradimento, perché avrebbe bloccato il corteo di auto del Presidente Edgar Lungu.
L’11 aprile la polizia ha arrestato Hichilema con un raid notturno sulla sua abitazione, sfondando la porta e tirando granate lacrimogene.
I Vescovi hanno biasimato la violenza sproporzionata e inutile con la quale è stato condotto l’arresto di Hichilema. “Non poteva esserci un modo più civile per convocarlo al commissariato per notificargli i capi d’accusa?” afferma la dichiarazione della ZCCB, firmata dal suo Presidente, Sua Ecc. Mons. Telesphore George Mpundu, Arcivescovo di Lusaka.
Hichilema, leader dell’United Party for National Development (UPND) è stato sconfitto con un ristretto margine dal Presidente Lungu nelle elezioni presidenziali dell’11 agosto 2016 caratterizzate da tensioni prima e durante il loro svolgimento.
I Vescovi in più occasioni avevano denunciato il clima di violenza politica diffuso nel Paese. Il brutale arresto del principale leader dell’’opposizione, secondo la dichiarazione di Mons. Mpundu, non fa altro che rinfocolare le tensioni tra i sostenitori del partito del Presidente Lungu e quelli dell’UPND.
“Condanniamo la cattiva abitudine in base alla quale i partiti una volta assunto il potere usano subito i servizi di polizia per regolare i conti politici e per impedire ai loro rivali di organizzarsi per condurre la loro campagna politica, imponendo la propria visione al Paese”.
“È sempre la stessa storia da un’amministrazione all’altra e questa non fa eccezione” rimarca la dichiarazione che conclude criticando il sistema giudiziario per “lasciare che il Paese sprofondi non opponendosi alle manipolazioni politiche e alla corruzione”. (L.M.)
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